CronacaAtrani: fitti troppo 'popolari', danno erariale da 400mila euro. A giudizio ex sindaci Amodeo e Carrano

Atrani: fitti troppo 'popolari', danno erariale da 400mila euro. A giudizio ex sindaci Amodeo e Carrano

Con i primi cittadini l’ex capo dell’ufficio tecnico comunale, Pasquale De Santis e diciassette ex consiglieri. Per un appartamento di proprietà comunale da 112 metri quadrati il Comune riscuoteva anche 143, 25 euro

Inserito da (redazionelda), sabato 31 gennaio 2015 16:01:58

(ESCLUSIVA) Quasi 400 mila euro di danno erariale derivante dai mancati introiti derivanti dai canoni di locazione fin troppo "popolari". Questi i calcoli della Procura Regionale della Corte dei Conti relativi alle 31 unità immobiliari di proprietà del Comune di Atrani (26 unità abitative e cinque locali commerciali) i cui contratti di locazione, molti dei quali risalenti al 1967, non erano mai stati aggiornati negli ultimi vent' anni. Per un appartamento da 112 metri quadrati il Comune riscuoteva anche 143, 25 euro, 115, 32 per uno di circa 81, addirittura 3,12 euro per uno di 65 metri. A ciò si aggiungono i dubbi sulle modalità di assegnazione degli alloggi con diverse ombre che rimangono sulla gestione del patrimonio immobiliare almeno degli ultimi tredici anni, con la conclusione dell'istruttoria avviata nel 2011 dalla Procura Regionale della Corte dei Conti.

Sono venti le persone rinviate a giudizio: dall'ex capo dell'ufficio tecnico comunale, Pasquale De Santis, agli ex sindaci dell'ultimo trentennio Nicola Carrano e Pio Amodeo. Diciassette gli ex amministratori susseguitisi negli anni coinvolti a diverso titolo: Emiddio Proto, Ivan Amodeo, Marco Gargano, Salvatore Di Chiara, Vincenzo Gambardella, Andrea Cretella, Salvatore Santoro, Raffaella Cuomo, Valeria Gambardella, Alfonso Casanova, Raffaele Mansi, Michela Mansi, Maria Cavaliere, Vittorio Proto, Giuseppina Santoro, Gianfranco Palumbo ed Emiliano Amodeo.

Soltanto l'ex consigliere Lucio Pellegrino, staccatosi dalla maggioranza guidata da Nicola Carrano all'indomani della vittoria elettorale del 2009, è riuscito a giustificare, davanti ai magistrati contabili, la propria estraneità ai fatti.

Le controdeduzioni presentate dagli indagati non hanno giustificato, agli occhi della magistratura contabile, le condotte "inerti ed omissive" alla base dei mancati incassi per l'ente di 396.390,18 euro, danaro che dovrà essere risarcito alle casse comunali proprio dagli ex amministratori.

Le indagini hanno portato alla luce un sistema politico amministrativo che avrebbe gestito il patrimonio pubblico senza tener conto delle leggi vigenti in materia (qualche appartamento era da tempo fittato anche a consiglieri comunali dei mandati scorsi).

Nello specifico, la Corte dei Conti ha contestato l'assenza pressoché totale di rendicontazione inventariale del patrimonio immobiliare; bassissima redditività dei canoni inerenti a fitti attivi; omessa verifica di permanenza e/o sussistenza dei requisiti reddituali degli assegnatari per usufruire di agevolazioni abitative; rinnovo tacito dei contratti ordinari a condizioni fuori mercato; assenza di procedure di evidenza pubblica nell'assegnazione degli alloggi che consentissero di ottenere offerte in aumento; possesso di immobili "sine titulo" e con locali commerciali.

Un' "assoluta e protratta inerzia", come si legge dalle carte, che ha sfregiato le casse del Comune ed impedito la corretta valorizzazione del patrimonio dell'Ente, in tutto 31 tra unità abitative (26) e locali commerciali.

In molti ad Atrani si chiedono se questi canoni troppo "polche hanno determinato mancati introiti nelle casse dell'Ente possano essere la causa che non ha permesso, negli anni, di abbassare la tassazione dei tributi locali, ad esempio la vecchia ICI o addirittura di poter evitare l'istituzione della tanto odiata TASI. Riduzione della tassazione che avrebbe consentito, anche a chi è proprietario di un immobile, di avere una giusta ed equa tassazione.

Per questi immobili, oggetto di ricognizione e preliminari sopralluoghi proprio in questo inizio d'anno, l'Amministrazione in carica, guidata dal sindaco Luciano De Rosa Laderchi che dai banchi dell'opposizione, negli anni scorsi, aveva più volte denunciato i fatti, ha stabilito, con apposita delibera (con il voto favorevole dell'Assessore al Patrimonio Michele Siravo, e i consiglieri Balsamo, Buonocore, Criscuolo, Lauritano, Riccio e Sarno e l'astensione dei consiglieri Perrelli e Mansi), di seguire il percorso indicato dalla Corte dei Conti.

Dopo aver svolto un'approfondita analisi di mercato per fissare il nuovo canone, verrà proposto il rinnovo contrattuale agli attuali conduttori; in caso di mancata stipula del nuovo contratto o di disdetta anticipata, il Responsabile dell'Area Tecnica indirà una gara a prezzi di mercato per individuare un altro contraente.

Una scelta che salvaguarda il patrimonio immobiliare, in molti casi bisognoso di interventi di manutenzione mai effettuati per mancanza di fondi, e che cerca di evitare contenziosi con gli attuali inquilini delle abitazioni in questione. Inoltre, alle richieste sulla sostenibilità del canone da parte del consigliere Sarno, l'assessore Siravo ha aggiunto che ciò può essere garantito facendo confluire una buona parte dei futuri incassi provenienti proprio dall'adeguamento dei canoni, confluirà in un fondo comunale volto a sostenere le famiglie in difficoltà, attraverso un bando pubblico per l'erogazione, tramite voucher, di un contributo a sostegno del reddito.

Se leggi questo articolo altrove è stato ripreso dal Vescovado.

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