AttualitàLa pizza nel XXI secolo: tra innovazione e tradizione

La pizza nel XXI secolo: tra innovazione e tradizione

Inserito da Maria Abate (redazionelda), sabato 14 marzo 2015 19:21:26

 

Pizza. Ovunque si parla di pizza. Proprio qualche giorno fa a Papa Francesco è stata consegnata una pizza. A forma di cuore, con al centro la scritta "W Papa Francesco". E il pontefice ha gradito. Al campione acrobatico, Marco Amoriello, che l'aveva lanciata in aria ha detto: «Guarda che dopo questa me la mangio». Chi non gradirebbe una pizza?

In questi decenni di continua evoluzione anche la pizza segue i ritmi della tecnologia. È di appena due giorni fa l'annuncio di una pizza che potrà essere ordinata con un click. Si chiama Click'N'Pizza il nuovo servizio, che consisterà in un piccolo dispositivo magnetico dotato di pulsante per la pizza, che si fissa al frigo di casa. Nasce dalla collaborazione tra la piccola startup italiana di Andrea Gaggi e Carlo Brianza, La Comanda, e la famosa catena di fast food Pizza Hut. Sarà lanciato quest'estate in Canada, ma chissà che non si diffonda anche nel resto del Mondo.

Oggi, sabato 14 marzo, al centro congressi Papa Luciani di Padova, nell'ambito del convegno "Trasferimento Tecnologico", sarà presentata una macchina capace di sfornare pizze in soli tre minuti e senza il bisogno del pizzaiolo. Si chiama Let's Pizza ed è stata testata al Dipartimento di ingegneria industriale dell'Università di Padova, dopo essere stata sperimentata negli USA. Il consumatore, dopo aver selezionato il gusto e inserito le monete nell'apparecchio, sarà in grado di assistere alla preparazione della pizza, dall'impasto al condimento alla cottura. Fabrizio Dughiero, docente di elettrotecnica, assicura che questa pizza futuristica manterrà la qualità del prodotto Made in Italy, non sarà un sotto-prodotto.

Ma in questo clima di innovazione c'è chi difende la tradizione. Lo scorso novembre Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, aveva lanciato una petizione per chiedere che l'Arte della Pizza napoletana venisse resa Patrimonio Unesco, raggiungendo l'eccezionale risultato di 50mila sottoscrizioni. La raccolta firme è partita insieme all'Associazione Pizzaiuoli Napoletani, cui è seguito l'importante sostegno di Coldiretti. Tramonti, che nel 2010 ha deciso di tutelare la specialità della pizza con il riconoscimento della denominazione comunale "De. Co.", aveva aderito prontamente all'iniziativa di Scanio, a dimostrazione che le tradizioni molto spesso vincono sulle novità.

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