AttualitàIl silenzioso trasloco di Gaetano Caltagirone dalla villa di Minuta al Paradiso

Il silenzioso trasloco di Gaetano Caltagirone dalla villa di Minuta al Paradiso

Inserito da (redazionelda), domenica 22 maggio 2016 22:08:23

di Giuseppe Liuccio

Si è fatto interprete dei sentimenti dell'intera Costa d'Amalfi il sindaco di Scala, Luigi Mansi, commentando la morte dell'architetto Gaetano Caltagirone con queste espressioni di grande e straordinaria sensibilità e verità "Se ne va un galantuomo, una delle menti più illuminate d'Italia che ha saputo cogliere l'unicità e la semplicità di Scala fin dagli anni settanta". L'ho conosciuto a più riprese nel corso dei decenni il manager dell'imprenditoria del mattone e dell'informazione, che stemperava nell'affabilità e nel garbo dei rapporti umani l'innegabile alone di potere economico che lo avvolgeva nell'immaginario collettivo. Ma ho vivido il ricordo soprattutto di tre incontri: il primo avvenne al Ministero delle Aree Urbane, a via della Stamperia a Roma, a pochi passi da "Il Messaggero", che l'archetto definiva con nonchalance, ma con malcelato orgoglio di famiglia "Il mio giornale del mattino. Era venuto per un incontro con l'allora Ministro Carmelo Conte di cui, all'epoca, io curavo "i rapporti esterni", come recitava il decreto di nomina. Nelle more dell'attesa il discorso cadde su Amalfi, Ravello e, naturalmente, Scala e la reciproca cotta/amore/ passione per la Divina Costiera ci contagiò nel profondo. Simpatizzammo. Ci rivedemmo, per un appuntamento a cena alla "Caravella" di Amalfi, che era ed è rimasta la mia casa amalfitana,e che è frequentata da sempre da personaggi del mondo della cultura, dell'arte, dell'imprenditoria di qualità, dell'alta finanza. E in questa direzione "La Caravella" ha scritto belle pagine di storia dell'accoglienza amalfitana in Italia, in Europa e nel mondo. Io ne ho parlato spesso negli anni.

C'era con noi anche il compianto Ezio Falcone, amico carissimo mio, ma anche di Caltagirone. Furono due ore e passa di gradevolissima conversazione tra aneddoti e ricordi e qualche innocente e simpatica "malignità" su conoscenti comuni. La passeggiata a passi lenti per la digestione con il viso a carezza lieve di brezza al profumo di iodio e sale ci bloccò alla lettura della lapide con una frase tratta dall'Elogio di Amalfi" di Salvatore Quasimodo, di cui parlo sempre ogni qualvolta vado a cena a "La Caravella" con persone di riguardo. Gaetano Caltagirone lesse ad alta voce e con trasporto carico di emozionalità: " Qui è il giardino che cerchiamo sempre e inutilmente dopo i luoghi perfetti dell'infanzia" ed io aggiunsi il resto del periodo mancante"...una memoria che avviene tangibile sopra gli abissi del mare, sospesa sulle foglie egli aranci e dei cedri sontuosi negli orti pensili dei conventi" Dopo qualche minuto che sembrò un eternità, l'illustre ospite chiosò con legittimo orgoglio:" sembra che il Grane Premio Nobel stia parlando della mia villa a Minuta!". E sorrise con la faccia di luna piena e gli occhi di cielo e mare".

L'ultimo incontro in ordine di tempo lo facemmo al Ristorante "Capodorso" Era d'agosto e c'era la luna piena che festonava d'argento il mare a gara con i fasci del faro che si rifrangevano a distanza sugli altari di falesie del monte Falerzio con il "moro addormentato" dirupante, con l'anfiteatro dei terrazzamenti dei limoneti di Ravello, Minori e Scala di fronte e le sirene d'amore ammarate a "Li Galli".L'architetto si ricordò della espressione di Quasimodo murata su marmo sotto il supportico della Marina ad Amalfi e mi chiese di ripetergliela, sottolineando:"Ci vuole proprio in una serata di paradiso come questa. Lo accontentai subito, ma ne aggiunsi un'altra, di espressione, quella di Renato Fucini."Il giorno in cui gli Amalfitani andranno in paradiso sarà un giornocome tutti quanti gi altri" ed un sorriso accese cuore, anima, pensieri ed, ovviamente, sorrisi ed occhi degli amici e miei. Ora Gaetano Caltagirone ed Ezio Falcane mi hanno preceduto nel viaggio di trasloco nell'aldilà ed a cavallo di una nuvola mi sorridono quasi a confermarmi che Quasimodo e Fucini avevano ragione:La Costa d'Amalfi è un paradiso in terra. Amici miei, conserva temi un posto di prima fila per godermi meglio lo spettacolo. E ai familiari di Gaetano, la moglie Francesca ei figli "Tatiana, Cristina e Saverio che lo hanno curato ed assistito fino all'ultimo con grande amore giunga la mia solidarietà nel dolore, con l'affetto di un amico, anche se non ho il piacere di conoscerli

La villa di Minuta, con lo spettacolo di Villa Cimbrone in volo sull'infinito del mare di Amalfi e la luminosità dell'alba da Licosa anticipano ai loro occhi e gonfiano i loro cuori con lo spettacolo che anticipa quello dove Gaetano è volato.

liucciogiuseppe@gmail.com

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