AttualitàBordeaux chiama Tramonti: il Tintore è tra i vitigni storici riconosciuti e apprezzati dai francesi

Nella capitale del vino

Bordeaux chiama Tramonti: il Tintore è tra i vitigni storici riconosciuti e apprezzati dai francesi

Nella capitale francese del vino il 16 e 17 gennaio scorsi produttori, insieme a scienziati e divulgatori di fama mondiale, si sono incontrati per studiare le vigne storiche che hanno resistito alla fillossera

Inserito da (redazionelda), domenica 26 gennaio 2020 18:34:52

Un think tank mondiale per la ricerca sulla vite a piede franco, teso a dimostrare la maggiore adattabilità ai cambiamenti climatici ed evidenziare le caratteristiche peculiari nel produrre vini raffinati con una migliore predisposizione naturale all'invecchiamento. È con questa idea che Loïc Pasquet, vigneron e creatore di Liber Pater, il vino più costoso al mondo (con bottiglie da 30mila euro), e Andrea Polidoro, ideatore di Long Live Brunello, hanno invitato venti produttori, insieme a scienziati e divulgatori di fama mondiale, ai primi Rencontres des Francs - che si sono tenuti a Bordeaux, il 16 e 17 gennaio scorsi.

Come è ben noto, la fillossera – parassita di origine americano che venne introdotto accidentalmente nella seconda metà dell'Ottocento in Europa, dove distrusse il 90% dei vigneti – portò ad alterazioni profonde sia nella viticoltura, con la diffusione di viti innestate su radici americane, resistenti all'insetto, che nel gusto, dovuto al cambiamento della natura degli impianti e all'estensione dei cosiddetti vitigni internazionali.

Sui terreni sabbiosi la fillossera è però incapace di svilupparsi, o colpisce in maniera molto meno virulenta, e sono numerose le regioni del mondo dove la viticoltura a piede franco è tuttora praticata, con piante secolari o di nuovo impianto.

 

Durante i Rencontres des Francs ciascun produttore ha presentato i suoi vini a colleghi ed esperti come il biologo Marc-André Selosse, l'agronomo Olivier Yobrégat, il consulente Stéphane Derenoncourt e il maestro di terroir e degustazione geo-sensoriale Jacky Rigaux, in un confronto ampio e partecipato su pregi e criticità del lavoro con la vite a piede franco. Ne è scaturito un viaggio di incredibile ricchezza attraverso un patrimonio culturale mondiale che spazia dalle viti "eroiche" della Costiera Amalfitana al coraggioso esempio di Liber Pater con i suoi ventimila piedi a ettaro nel Graves, passando per Mosella, Loira, Borgogna e Santorini.

 

Diversi i produttori che da ogni latutudine hanno preso parte alla due gironi d’oltralpe: Jodern Kellerei dalla Svizzera, Domaine Leflaive, Philippe Charlopin, Chartogne-Taillet, Liber Pater, Bernard Baudry, Clos Manou, Château L’Évêché, François Chidaine, Henry Marionnet, Benjamin Dagueneau, e Thierry Germain dalla Francia, Joh. Jos. Prum dalla Germania, Adega Viuva Gomes dal Portogallo, Bodega Juan Matias Torres dalla Spagna, La Tour Melas, Artemis Karamolegos e Dalamara dalla Grecia, Erasmo dal Cile, Bodegas Krontiras dall'Argentina, Grover Zampa dall'India.

Dall’Italia soltanto tre le aziende presenti: Tenuta delle Terre Nere, Col d’Orcia Montalcino e la Tenuta San Francesco di Tramonti, unica in Campania, rappresennate autorevole del vitigno Tintore, coltivato a piede franco che ha resistito alla fillossera, valorizzato e conosciuto con l’etichetta "E’ Iss".

Realizzato con uve selezionate a mano provenienti esclusivamente da ceppi ultrasecolari e pre-fillossera del territorio di Tramonti, "E' Iss", Tintore in purezza, viene prodotto in numero limitato di bottiglie e testimonia la passione e il legame con questa terra.

 

Per il dottor Gaetano Bove, uomo immagine dell’azienda, un momento di confronto irripetibile con il gotha mondiale del settore: tra questi Andrea Polidoro, direttore della Cantine Cupano a Montalcino e ideatore della più grande esposizione di vecchie annate di Brunello; il conte Francesco Marone Cinzano, proprietario del Col D’Orcia a Montalcino e della Tenuta Colibori in Cile che produce "Erasmo".

«Un’esperienza emozionante, per il luogo in cui ci siamo trovati, a contatto con due più grandi produttori mondiali. Motivo di orgoglio per noi – spiega soddisfatto Bove -. Un segnale importante nel cammino che Tramonti, con le sue vigne storiche e i suoi vini di qualità, sta facendo nel mondo. E se nel tempio del vino mondiale c’eravamo anche noi, vuol dire che qualcosa di buon stiamo facendo».

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