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La strada per salvare i limoneti la traccino i Comuni

Inserito da (redazionelda), domenica 6 agosto 2017 12:38:36

di Salvatore Sorrentino*

A Ravello, in un passato nemmeno troppo lontano, quando è stato redatto e approvato il Piano Regolatore tuttora vigente, l'Amministrazione Comunale in carica era chiaramente, dichiaratamente contraria alla costruzione di nuove strade. Riteneva, alla maniera degli urbanisti nazionali e regionali, che le strade rovinano l'ambiente, agevolano la realizzazione di costruzioni abusive e inducono a sottrarre il verde al godimento pubblico.

A dire il vero questa tesi non è completamente infondata. Però sappiamo pure che le costruzioni abusive, quando si è dovuto creare un tetto decente dove poter dormire, non è stato necessario trovarsi a livello di strada rotabile, per realizzarle. Ci si è accontentati perfino di andare al limite, se non nel pieno, dei boschi.

Allora, diciamoci la verità, se si vuole evitare l'abusivismo, ci sono mille mezzi per farlo. Anzi, proprio noi, qui a Ravello, non abbiamo avuto una grossa espansione delle costruzioni abusive. E questo ci è stato sempre riconosciuto dalle Autorità competenti, a cominciare dai Soprintendenti ai Beni Ambientali.

In ogni caso, non è che, per bloccare l'abusivismo, non costruiamo le strade; queste sono state, sono e saranno sempre uno strumento di progresso, di civilizzazione, di benessere per i popoli e per i singoli.

Ricorrere a certi mezzi sostitutivi, come vorrebbe qualcuno, e parlo delle monorotaie, è una vera presa in giro. Dalle nostre parti ne sono state realizzate almeno tre: finite; soldi buttati a mare. Non funzionano. Non possiamo sostituirle alla strada.

Qualcuno sostiene che esistono delle regole, degli studi, dei piani a livello regionale e oltre che bisogna rispettare. Sono d'accordo. Però nessuno vieta che queste regole, questi studi, questi piani, siano cambiati, siano modificati o, addirittura, sostituiti.

Siamo alle solite. Oggi assistiamo alle lotte che fanno la maggior parte degli stati europei: non accettano, a cominciare dall'Italia, che sia la Commissione Europea a stabilire quello che gli Stati devono fare. La Commissione è un Organo Tecnico. Sono gli Organi Politici, quelli eletti dal popolo, che devono decidere del futuro dei cittadini. Lo si sostiene a livello europeo. Il discorso vale anche a livello locale.

E cioè esso vale anche nel nostro piccolo: non devono essere i Tecnici a dire agli Organi Politici cosa fare del territorio; devono, invece, essere questi a dare ai tecnici le indicazioni su come utilizzare il proprio territorio.

E se un Consiglio Comunale ritiene che si debbano costruire le strade interpoderali per salvare i limoneti, per far tornare i contadini a coltivare i propri campi e far rifiorire le nostre campagne, ebbene, che si faccia.

Mi sembra che si stia redigendo il PUC, nuova denominazione del PRG andato in soffitta; esso, non a caso è detto Piano Urbanistico Comunale. E cioè, deve essere il "Comune" e non altri a decidere cosa prevedere per il futuro del nostro territorio. I Tecnici avranno un solo compito: trasferire sulla carta le decisioni degli eletti del Popolo.

Il futuro dei nostri limoneti lo decida il Consiglio Comunale di Ravello. Non i Tecnici, che sono nati, cresciuti e anche pasciuti in città, il più delle volte lontane dalla nostra realtà, dalla nostra storia, dalle nostre esigenze, dagli insegnamenti che ci hanno tramandato da secoli i nostri antenati, quelli che hanno fatto così bella Ravello e tutta la Costiera Amalfitana, e che ci hanno trasmesso il loro DNA, che noi amiamo mantenere e continuare a utilizzare.

*già sindaco di Ravello

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