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Il sub-comandante Maurizio

Inserito da (redazionelda), giovedì 24 maggio 2018 13:39:26

di Antonio Schiavo

Pioveva a dirotto eppure era luglio inoltrato.

Il broncio del tempo in Val di Sole era appena appena meno cupo del volto, tra l'incazzato a annoiato di Alessia che, suo malgrado, era stata precettata per accompagnarmi a seguire il ritiro del Napoli a Dimaro dopo il rifiuto sdegnoso di mia moglie e di Mario ad assecondarmi (con improbabili giustificazioni) in questo annuale, pio esercizio del pellegrinaggio in Trentino.

Io, a quasi sessant'anni insieme a frotte di ragazzi, in devota attesa che qualcuno dei nostri idoli pagani in tuta azzurra si degnasse di affacciarsi ad uno dei balconi dell'Hotel in cui erano asserragliati come nemmeno i Capi di Stato.

Passano i minuti....nessuno si fa vedere; ogni tanto un falso allarme: una tenda che si muove, una finestra che pare aprirsi. E' Hamsik, no... forse Insigne....macchè è Tutino della Primavera aggregato alla prima squadra.

Solo miraggi. E noi lì sotto, con polo d'ordinanza sponsorizzata e rigorosamente azzurra, a prendere acqua mentre Alessia ci recita un rosario di improperi e continua a fulminarci con lo sguardo. Capirai, lei tifa Fiorentina e sarebbe stata più volentieri a bagnomaria in quel di Castiglione.

Poi, all'improvviso come in un Giubileo laico, si apre un cancello dell'albergo e finalmente lo vediamo. Invero scorgiamo solo una grossa nuvola di fumo che però, piano piano si dissolve e si fa largo lui, il nostro nuovo allenatore: Maurizio Sarri, napoletano di Figline Valdarno, provincia di Firenze.

Diciamoci la verità: è ancora circondato dallo scetticismo dei più; in fondo al massimo ha allenato l'Empoli salvandosi a stento, ma il primo impatto con noi tifosi sembra benaugurante.

A differenza dei suoi spocchiosi e boriosi ragazzi al cui confronto la Regina Elisabetta è un modello di simpatia e disponibilità, il mister si avvicina al gruppone, si lascia fotografare, firma centinaia di autografi, rischia una lussazione della clavicola per le tante pacche sulle spalle, con me addirittura scambia qualche parola sulle comuni speranze di vittoria.

Oggi, che nel nostro cuore di tifosi del Napoli si sta facendo spazio un nome altisonante, facciamo fatica a pensare che dal prossimo agosto (Madonna come è lungo il tempo senza campionato!) su quella panca non si siederà più l'uomo in tuta, indossata come la divisa di un moderno Che Guevara, che ci ha regalato sogni, allegria, l' entusiasmo che avevamo dimenticato, pomeriggi ineguagliabili pure se è mancata la ciliegina tricolore sulla torta che, per le solite sabaude congiunzioni astrali, non abbiamo potuto assaporare.

Ora il sub-comandante Maurizio partirà per una nuova avventura e mentre gli auguriamo buona fortuna o good luck o Udachi, abbiamo la certezza che, pure nella nebbiosa Londra o nella fredda San Pietroburgo, si affolleranno intorno a lui, sorridente e affabile, nugoli di ragazzini e magari qualche vecchio matto e senza vergogna come me.

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