Tu sei qui: Lettere alla redazioneLa Casa del Gusto di Tramonti: noi speriamo che ce la caviamo!
Inserito da Raffaele Ferraioli (redazionelda), mercoledì 28 gennaio 2015 15:43:55
di Raffaele Ferraioli*
La Costa d'Amalfi conserva intatto il valore dell'unicità, un po' meno quello dell'autenticità, specie nelle zone maggiormente soggette alle invasioni barbariche. E' questo, del resto, il prezzo da pagare allo sviluppo di quel turismo "della finzione e del frastuono", che da un po' di tempo a questa parte imperversa nella nostra area. Ma c'è di più: il processo di turisticizzazione (che brutta parola!) selvaggia, sviluppatosi in alcune zone del nostro territorio, rischia di cancellare le testimonianze di quello straordinario rapporto simbiotico che l'uomo ha saputo intrecciare con l'ambiente e che è valso a costruire nei secoli il "paesaggio culturale" riconosciuto dall'UNESCO come Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
Eppure è proprio sul turismo che si deve avere il coraggio di scommettere e di investire per attenuare e, se possibile, eliminare gli squilibri e le disuguaglianze che tuttora affliggono questa nostra area. Salvare le terre alte inserendole nei circuiti turistici a sviluppo avanzato; mettere in valore quel "back" territoriale che è un vero e proprio scrigno di risorse preziose: sono ancora questi gli obiettivi da cogliere per puntare all'ulteriore sviluppo della Divina.
Il mercato turistico è in continua evoluzione ed offre un ventaglio di opportunità sempre più ricco e interessante. Sarebbe sciocco non cogliere le opportunità offerteci. Ma attenzione! Qui l'agricoltura è tutto e non può essere abbandonata. Al suo rilancio è legato il futuro destino del nostro territorio ed è per questo che bisogna puntare alla sua salvaguardia attraverso azioni strategiche non tanto e non solo di riconversione colturale, quanto di reinvenzione imprenditoriale. Occorre rimuovere certi falsi dogmi e lasciarsi guidare dalla ragione più che dal sentimento, dalla mente più che dal cuore. Bisogna cambiare la mentalità dell'operatore, il cui approccio deve essere nuovo e diverso. Si rende necessaria la trasformazione del suo operare nel saper coniugare l'abilità di produrre con quella di trasformare e di commercializzare non solo beni materiali ma anche servizi.
Il valore dell'agricoltura non risiede più, come per il passato, nel prodotto grezzo, bensì nelle tante qualità aggiunte, che il progresso tecnico oggi consente. E' cresciuta l'importanza dei contenuti immateriali (confezione, marchio, etichetta, azioni di marketing), per cui l'agricolture deve porsi il problema non più e non solo di come produrre, ma di come vendere. Ancora una volta non basta saper fare ma occorre far sapere. Non sembri un scioglilingua!
Posti questi indirizzi strategici, devono cambiare anche le politiche di sostegno all'agricoltura: da interventi settoriali semplici devono trasformarsi in azioni territoriali complesse. In questa logica rientra una delle iniziative più importanti fra quelle programmate in questi ultimi anni per il rilancio dell'agricoltura attraverso il turismo enogastronomico in Costa d'Amalfi: la realizzazione da parte della Comunità Montana Penisola Amalfitana della Casa del Gusto a Tramonti. I relativi lavori risultano in avanzato stato di completamento. Trattasi di una sorta di "santuario" dei prodotti tipici di eccellenza, un vero e proprio attrattore e moltiplicatore di energia, un sistema di organizzazione integrata dell'offerta, destinato ad agevolare la competizione della nostra area sul mercato globale; un laboratorio permanente di ricerca, formazione, comunicazione, preordinato ad aggregare produttori e consumatori e a favorire lo scambio diretto tra domanda e offerta.
La Casa si articolerà in quattro zone: un'area esterna allestita con sistemi espositivi tematici, ossia campi-catalogo collegati a percorsi didattici, quali il "Frutteto della memoria" e il "Vigneto della Volpe Pescatrice" con i vitigni autoctoni più preziosi; all'interno un'area museale, interattiva, attrezzata per l'esposizione virtuale dei prodotti tipici di eccellenza; un'area ristorativa e degustativa con annessa enoteca; un'area didattica, dotata di emeroteca e biblioteca enogastronomica, attrezzata per attività di formazione e di aggiornamento.
Entro pochi mesi questa magnifica struttura sarà arredata e pronta per essere gestita. Da chi? Con quali mezzi? A quali condizioni? Con quali programmi?
Abbiamo più volte auspicato l'avvio di un'articolata campagna di comunicazione, finalizzata ad informare i potenziali portatori d'interesse e gli stessi amministratori locali su quanto si stava realizzando a Tramonti. Ma niente è stato fatto. Ribadiamo la nostra proposta di aprire subito un tavolo di discussione e di confronto, preordinato alla individuazione della formula più idonea per la corretta gestione della struttura, che riteniamo di fondamentale importanza per il rilancio socio-economico del nostro territorio. Invitiamo il Presidente della Comunità Montana, ente proprietario della Casa, ad attivarsi in tal senso con la necessaria tempestività.
A questo punto non ci resta che attendere, (Troisi avrebbe detto "piangere", ma noi siamo un poco meno pessimisti), non senza aver fatto i dovuti scongiuri e non senza aver parafrasato Marcello D'Orta: "Noi speriamo che ce la caviamo!"
*sindaco di Furore
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