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Tu sei qui: SezioniStoria e StorieUna festa dell’Immacolata nella Ravello dell’Ottocento
Scritto da Salvatore Amato (redazione), sabato 7 dicembre 2013 17:43:39
Ultimo aggiornamento martedì 8 dicembre 2020 08:05:04
di Salvatore Amato
A seguito della definizione del Dogma dell'Immacolato Concepimento di Maria Vergine, sancito da Papa Pio IX l'8 dicembre 1854 con la Costituzione Apostolica "Ineffabilis Deus", in molti centri del Regno delle Due Sicilie si tennero solenni celebrazioni a perenne ricordo dell'evento.
A Ravello la festa si tenne a febbraio del 1855, come testimonia una relazione, probabilmente inviata all'Intendente di Principato Citeriore, che si conserva in forma di minuta presso l'Archivio Storico Comunale, la quale fornisce uno spaccato eccezionale della realtà socio-religiosa del tempo e il cui testo viene di seguito riportato: "Ravello, 13 febbraio 1855. Signore, la festività dell'Immacolato Concepimento di Maria Vergine si è qui celebrata Domenica scorsa 11 del corrente, ed io mi onoro farle un dettaglio della Sacra cerimonia e pubbliche manifestazioni avute luogo nella circostanza.
Nella Chiesa ex Cattedrale si espose la Immagine della B.V. Immacolata scolpita su di una bellissima statua in un apposito tosello, e per tre giorni la popolazione vi è accorsa per ascoltare le prediche e ricevere la benedizione del SS. (Sacramento). Domenica poi si aprì la festa con lungo sparo di mortaletti. I reverendi Parrochi, i Canonici, ed i PP. Antoniani (Conventuali) si portarono tutti a celebrare la messa nella Cattedrale, avendo i detti Parrochi invitato ai loro figliani di recarsi ivi per onorare Maria Santissima.
Solenne messa con musica fu cantata, dopo della quale la immagine fu portata processionalmente lungo la strada detta la Piazza (A Piazza Fontana n.d.r.) e quella di Santa Chiara preceduta dalle Confraternite e dai monaci, dal clero, non che dal suono della musica.
I pubblici Funzionari e la intera Guardia Urbana accompagnarono la processione fino al termine, essendosi che tutti lasciarono la casa per recarsi alla sacra cerimonia.
Era commuovente il vedere circa 170 donzelle con torcia di cera accesa in mano seguire la processione recitando inni in lode della Vergine, e verso le ore 20 (le 13.00 ora attuale) si fece ritorno in chiesa. Alle ore 21 e mezza (14.30) i celebranti ritornarono quasi tutti in chiesa: vi fu cantato il vespro in musica dopo del quale si espose il SS. Il Parroco de Crescenzo recitò un discorso panegirico all'uopo, terminato il quale con musica cantò la litania, e cantato anche il Te Deum, la devota popolazione fu benedetta".
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