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Tu sei qui: SezioniStoria e StorieOmaggio alla Città di Scala, Patria del Beato Gerardo Sasso
Scritto da (Redazione), domenica 10 giugno 2012 16:07:20
Ultimo aggiornamento lunedì 3 agosto 2020 17:09:26
di Claudio Marciano di Scala* - "La storia di questa antichissima Terra e della sua singolare Comunità trova le proprie ragioni fondanti in quelle radici cristiane che hanno fatto grande la storia dell'Europa e a chi la ripercorra anche solo fugacemente, offre la fedele presenza di un valore fondamentale, quello della libertà, divenuto radicato modo di pensare e di vivere dei suoi abitanti".
Ed è proprio da questa tradizione di libertà, che caratterizza questo popolo e le sue istituzioni, che emerge e ne consegue la centralità della persona con la sua responsabilità etica, sociale, politica che rende ognuno e tutti protagonisti della propria vita e della storia.
Da qui Scala trae il segreto della sua vitalità,la forza dei suoi ordinamenti e soprattutto la freschezza di quelle prerogative, che la rendono ammirata anche innanzi alle più grandi nazioni: il desiderio sincero e tenace di libertà e di giustizia valori irrinunciabili da cui si promanano i diritti fondamentali personali e sociali e che vengono proprio qui in questo luogo dalle Autorità riconosciuti, confermati, difesi e promossi.
Dunque la libertà, principio fondamentale di coscienza e di vita per cui l'uomo non può mai essere ridotto a nessuna struttura bio-fisiologica o a nessun intreccio di carattere socio-politico: l'uomo è saldamente radicato sulla terra ma le sue radici sono altrove, nel cuore segreto e potente del Mistero divino: perché come amava ripetere Pascal: "L'uomo supera infinitamente l'uomo".
Rendo grazie a Dio perché questo popolo e le sue istituzioni hanno saputo mantenersi fedeli a questa eredità tramandata dai nostri padri ma ancor prima acquisita da chi, originario proprio di questa Terra-Gerardo Sasso-giusto interprete della volontà divina ha realizzato il sommo disegno nella pietà e nella carità stigmatizzandolo nella "Tuitio Fidei e nell'"Obsequium Pauperum" cosicché la vostra storia, rappresenta un avvenimento assolutamente singolare nella storia di tutti i tempi fino a quella moderna e contemporanea.
Mentre nella vita e nella società europea, sulla presunzione di salvare la soggettività umana e la sua libertà di antagonismo alla dimensione del Trascendente e alla tradizione cristiana, andava dilagando proprio la negazione dell'uomo e dei suoi diritti, e su queste folli ideologie si andavano costruendo i grandi sistemi totalitari in cui l'uomo veniva cinicamente sacrificato al culto del totalitarismo statale,Voi,detentori di quell'inestimabile patrimonio tramandatovi,avete vissuto e difeso,seppure con spirito di indubbio sacrificio, la libertà vostra e di tutti facendone motivo di cristiana missione con virtuosa esemplarità.
La modernità,dunque, sembra aver concluso la sua vicenda secolare consegnando l'uomo a forme inedite,e purtroppo quotidianamente subite, da manipolazione, fisica, psicologica, intellettuale e morale.
Anziché celebrare, come pretendeva la retorica laicistica dall'illuminismo in poi, il trionfo del potere dell'uomo, si è celebrato invece tragicamente il potere sull'uomo.
E proprio a tale proposito sulla grande questione delle istituzioni, cioè del potere, c'è indubbiamente, nella storia della cultura e della società moderna, un'immagine, una nozione di potere che si è collegata con quella di dominio.
È un dominio esercitato in nome di visioni ideologiche e scientifiche, di interessi economici, addirittura di presupposizioni di carattere etico e razziale. In questa accezione, che ha caratterizzato statisticamente la maggior parte delle situazioni sociali dell'Europa moderna e contemporanea, il potere non ha limiti!
Il potere si diffonde e si impone secondo la legge della violenza e questo ha significato - lo sappiamo bene in questo momento di revisione dei due secoli che hanno preceduto questi tempi - un enorme, disperante, devastante attacco alla vita della persona, ai suoi diritti, alla giustizia e alla libertà della società. Eppure, questo è il potere che si è imposto fin quasi ai nostri giorni.
C'è però un'altra accezione, nella quale si rispecchia la tradizione della nostra Terra: il potere non è un dominio che non conosce confini, il potere è un servizio! Lo stesso servizio voluto concepito e realizzato dal nostro Padre Gerardo diventato caratteristica fondante della nostra realtà territoriale non solo ma anche oggetto di nostra missionari età "Servizio" è una parola grande - introdotta per la prima volta nella cultura universale dell'insegnamento evangelico - che ha saputo diffondersi e coniugarsi anche con altre accezioni, integrando differenti apporti.
Il potere non è l'espressione di un'ideologia o di una classe dominante, il potere serve il popolo, serve la persona, ne custodisce accanitamente i suoi diritti, condivide e si fa carico delle difficoltà e dei problemi, stabilisce criteri di giudizio e di pacificazione. Non è qualche cosa di rigorosamente meccanico che si impone, ma un servizio attivo, positivo, perché il popolo viva, perché la società respiri di quel respiro profondo e ineludibile che è la libertà!
La Nostra responsabilità è accettare questa sfida assumendo in modo rinnovato la nostra identità di popolo in missione e vivendo la missione, cioè la testimonianza di Cristo a tutti gli uomini, come movimento stesso della nostra auto-realizzazione.
La presenza del popolo cristiano come popolo che vive la missione, genera nella vita dell'intera società un movimento positivo: la Chiesa chiede a tutte le realtà religiose, laiche, culturali e sociali di essere presenti nella vita sociale in modo creativo e coerentemente con la propria identità. Così la società diventa una realtà viva, organica, vivace, diversificata e lo Stato può vivere in maniera assolutamente irrinunciabile quel servizio alla vita sociale che è la caratteristica fondamentale del suo compito: promuovere il bene comune.
In quest'ora, così decisiva per le sorti della intera umanità, il compito che ci viene indicato con chiarezza è contribuire con la presenza della nostra vita alla ricchezza della società e collaborare con lo Stato, in modo assolutamente rispettoso delle sue intangibili competenze, perché la sana laicità della società venga servita da uno Stato desideroso di promuovere sempre più efficacemente il bene comune.
Così il grande valore della libertà, che nella immagine stessa del Beato Gerardo fonde in maniera unica la dimensione religiosa e quella sociale, è chiamata ad acquistare nell'ora presente una nuova, inedita, singolarissima attualizzazione.
Questa nuova evangelizzazione da Lui indefessamente proclamata e testimoniata mille anni orsono, ha svolto ieri come oggi sotto i nostri occhi il quotidiano, talora debolissimo ma sempre reale, dialogo tra Cristo e il cuore dell'uomo.
Per tutto ciò torno a ringraziare Lei Signor Sindaco Tutti e Ognuno,come ho fatto già più volte, della fraterna amicizia,piena di affezione e di sensibilità con cui sono stato accolto e sono continuamente accolto.
Dio sa come, nonostante la sofferta lontananza,io mi consideri una cosa sola con questa Terra e con questo Popolo. È per la Verità e per la Bellezza del Credo, proprio di questo stesso Popolo che io dedico e adopero, in modo lieto, la mia attenzione,le mie energie,seppure modeste, che non hanno altro affetto se non che questa Gente viva e cresca nella consapevolezza di Sé e, soprattutto, viva quell'impeto missionario senza il quale ogni cosa ma soprattutto il mistero di Cristo e le certezze tutte che da esso derivano diventano estranee all'uomo di questo tempo, sfidato ogni giorno dalla potenza consumistica.
Porterò sempre nel cuore questa mia Terra la cui tradizione è così profonda e così piena di Pietà,di Cultura e di Bellezza naturale e artistica,offrendola in preghiera a Colui che ne è stato l'Artefice perchè con il Suo Amore Onnipotente la renda eterna.
*Cavaliere del Sovrano Ordine di Malta
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