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Tu sei qui: SezioniStoria e Storie‘O trave de fuoco a mare
Scritto da (Redazione), martedì 23 giugno 2015 17:24:58
Ultimo aggiornamento martedì 23 giugno 2020 13:42:33
di Antonio Schiavo
Se qualcuno ci avesse chiesto, un bel po' di anni fa, chi fosse per noi San Giovanni Battista, noi gli avremmo risposto: "il Patrono dei piccoli bagnanti".
Eh sì, perché, anche se non con le escursioni di oggi, giugno poteva essere pure sahariano ma, fino al 24, secondo il diktat delle nostre mamme, Castiglione era per noi, off limits.
"Deve scendere ‘o trave de fuoco a mare" asserivano apoditticamente e tu, lì, fuori alla galleria ad attendere -sudato marcio- questo fenomeno atmosferico o astronomico immaginando un qualcosa di incandescente che, dall'alto dei cieli, si immergesse in un punto indefinito fra Capo d'Orso e la Licosa.
Poi, finalmente, San Giovanni si degnava di arrivare e, senza che ti fossi accorto di nulla, il mare, sempre secondo i teoremi materni, cominciava a ribollire e quindi diventava fruibile.
Ci ritrovavamo in piazza con i nostri costumi ascellari, le scarpe di stoffa Superga aperte in punta e ai lati, con quel maledetto "automatico"di chiusura che ti bucava il metatarso e l'armamentario di secchielli e palette.
Il suono atteso del clacson del pullman della SITA mentre fiancheggiava Gradillo era il segnale che la vacanza stava per cominciare.
Al volante Giovanni Mansi che, in coppia con Gerardo Severino, sembravano gli Starsky e Hutch della linea Amalfi-Ravello.
Il primo , taciturno e compunto, un vero mago dei tornanti quando, senza il servosterzo, bisognava fare una fatica boia per consentire al bisonte di curvare. E se, normalmente, verso "'o saglio e scinne" si creava l'ingorgo (tutti si trasforma nei secoli ma non l'imbottigliamento prima di Civita), faceva una retromarcia regale come se stesse guidando una Cinquecento e ci consentiva di ripartire verso i lidi agognati.
L'altro, Gerardo, simpatico e ciarliero, ci conosceva uno ad uno e a nessuno negava un po' del viaggio sul posto privilegiato per i bambini: il cassone interno dove si stivavano i dispacci postali, proprio vicino al conducente.
La sua macchinetta sputabiglietti, una specie di piccola fisarmonica, che lui armeggiava con maestria mentre discettava sapientemente di calciomercato (mi pare, ahilui, che fosse tifoso dell'Inter).
L'arrivo al bivio di Castiglione, una puntatina (se eri stato bravo) all'emporio del vecchio Giovanni dove si miscelava l'odore della mortadella e del pane con salsedine e brezza marina.
Mamma che riempiva la bottiglietta alla fontanella con acqua già a circa quaranta gradi e poi, in rigorosa fila indiana, fino alle scale per la spiaggia.
Non prima di aver osservato, ogni volta come se fosse la prima volta, dal poggetto di fronte all'abitazione di don Luigi "dell'olio", le stelline a mare che il sole di inizio estate regalava agli occhi incantati di bambino, rifrangendosi sulle onde leggere del nostro... unico mare.
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