di Salvatore Amato - Un recente ritrovamento, tra le carte dell'Archivio Storico Comunale di Ravello (ascrav), locus memoriae in corso di valorizzazione, ci permette di ricostruire nel dettaglio il complesso monasteriale della SS. Trinità di Ravello tra il 1812 e il 1822, che rispettivamente indicano l'anno di partenza delle monache benedettine, D. Maria Luisa Fusco, D. Chiara Gaiano, D. Maria Antonia Confalone, D. Carmela D'Afflitto, Suor Arcangela Cretella, Suor Rosa Mansi, verso il monastero di San Giorgio di Salerno, e la data del contratto con cui Paziente Mansi, figlio del capomastro fabbricatore di Ravello Gaetano Mansi, venne incaricato di diroccare gli edifici cadenti e di salvare l'unica parte che restava in piedi della struttura conventuale: la chiesa e quattro piccole stanze.
Il fascicolo, privo di datazione, si compone di 4 carte, che presentano due descrizioni speculari del cenobio e una di Casa d'Acampora, un palazzo poco distante, che corrisponderebbe alla struttura attualmente esistente lungo il viale, oggi privato, che un tempo collegava il Convento di San Francesco a Via Trinità.
Il testo fu scritto presumibilmente dalla commissione prevista dal decreto del re Gioacchino Murat del 30 luglio 1812, composta da un ecclesiastico e da due tra i maggiori possidenti della Città, che aveva il compito di amministrare le rendite del soppresso monastero.
ASCRav, num. prov. 693, cc. 1v, 3rv.
"Si entra nel Monistero soppresso della SS. Trinità per una stanza che prima era il parlatorio. In questa si osservano a dritta ed a sinistra due grate di ferro e due ruote di legno, e nella stessa vi sono pure verso la parte di ponente due cancelle di ferro che sporgono verso la strada. Vi è una porta grande per dove si entra in uno atrio ed in seguito in un cortile in quest'atrio, ossia un piccolo spazio coverto [dove] vi esiste una scalinata di più grade (scalini) con una porta che si entra nel primo piano, in dove vi sono a mano destra una grande stanza per uso di refettorio, ed un'altra minore per cucine, che sporge con una porta nello cortile anzidetto, quali stanze e spiazzo sono situate verso Mezzogiorno, e per un'altra porta esistente nel refettorio che si va nel piccolo chiostro, a sinistra, e quasi dirimpetto al refettorio vi è una scalinata che conduce al secondo piano, nella metà di essa esistono tre stanze, due a sinistra, ed un'altra a destra. Nel chiostro vi sono due cisterne con lavatoio; verso levante vi sono due stanze sottane per uso di riponer robba, non abitabili. Verso settentrione vi esiste una scalinata che conduce nel secondo piano, ed un'altra scalinata a fianco della prima, a sinistra, che si va in un basso sotterraneo non da usarsi. Tra queste due gradinate vi esiste in mezzo un piccol corridoio che si vuol comunichino, e esso corridoio corrisponde ad un altro che conduce alla sagristia e ad un altro comunichino, in mezzo del quale vi è una stanza. Salendosi per la descritta scalinata di fabrica si entra in un corridoio verso settentrione, in dove vi sono due stanze. Vi esiste pure l'ingresso al coro, sopra la porta della chiesa, con esservi pure una gradinata per salire sull'astraco. Verso Ponente vi è un altro corridoio molto grande anticamente per uso di dormitorio. Per una porta si va al secondo coro, che esiste sopra la porta della Chiesa, da un'altra parte vi è una stanza, che per entrarvi vi sono molte grade (scalini). Nella parte di mezzogiorno vi è un altro corridoio grande simile a quello poc'anzi detto, il quale tiene una stanza a sinistra ed un'altra a fronte; nel medesimo vi esiste anche una gradinata che cala al primo piano. Il corridoio finalmente nella parte di settentrione contiene sette stanze, divise egualmente in due quartini di due stanze per ciascuno, con loggetta di fabrica avanti e tre altre distinte una dall'altra; nel medesimo corridoio vi è una gradinata che conduce in un altro quartino di tre altre stanze con loggetta piccola avanti, e prima di salire questa ve ne è un'altra, anche con loggetta, vale dunque a dire che i quattro su riferiti corridoi si corrispondono tra loro, quantunque in cattiva manifattura, o sia architettura ed hanno gli ingredienti lumi dalle finestre verso il chiostro e verso la strada dalla parte di ponente. Per quest'ultimo corridoio si ascende sopra al campanile e su sugli astrichi e due loggette, una di esse coverta di tetto e e propriamente quella che conduce al cennato campanile per questa stessa loggetta e per quella parte scoverta verso settentrione si va in una altra stanza. Vi è ancora alla parte di settentrione la chiesa che è composta di una navata. Tutte le serrature del detto locale sono alcune bisognevole d'accomodo ed alcune altre debonsi far da capo per essere tutte fracide e scassate. Verso levante vi è un piccolo giardino, che può dar la rendita di circa (manca la cifra) annui, per esser piantato di viti, alcune piante di cerasie e di fichi, per essere quasi un quarto di maggio".