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Tu sei qui: SezioniSanitàP.O. Costa d'Amalfi: cardiologia salva, perso radiologo di notte
Scritto da (redazionelda), martedì 5 gennaio 2016 17:12:13
Ultimo aggiornamento giovedì 7 gennaio 2016 11:53:25
Se il pericolo di chiusura della cardiologia alla Presidio Ospedaliero della Costa d'Amalfi è stato scongiurato, nulla si è potuto per garantire la piena efficienza della radiologia nelle ore notturne. Per effetto della normativa europea 88/2003 sull'orario di riposo e di lavoro dei medici e sanitari dipendenti allo scopo di evitare turni massacranti, dalle 20 alle 8 del mattino seguente il nosocomio costiero sarà orfano della figura del radiologo.
Per le dodici ore sarà il solo tecnico di radiologia ad effettuare soltanto esami radiografici più semplici che dovranno essere esaminate dal medico di guardia al Pronto Soccorso. Sono esclude le tac e le ecografie.
In caso di dubbi d'interpretazione i pazienti dovranno rivolgersi al Ruggi di Salerno. In Costa d'Amalfi non vi sono radiologi residenti, altrimenti avrebbero ottenuto la reperibilità notturna previo raggiungimento del nosocomio costiero in trenta minuti.
Dunque è questo l'unico prezzo da pagare per la nuova normativa europea che evita un numero enorme di ore di straordinari da parte di medici i cui turni talvolta sfioravano le dodici ore, con la nuova normativa che impone un riposo di undici ore consecutive nell'arco della giornata, individuando in 48 ore il tempo di lavoro massimo settimanale.
A ciò si aggiunge la mancanza di radiologi in forze all'intera azienda Ospedaliera Ruggi che ha bandito un concorso per l'assunzione di undici medici specialisti che potrebbero consentire un ritorno alla normalità anche a Castiglione.
Intanto la Conferenza dei Sindaci della Costa d'Amalfi attende - entro la prima decade di gennaio - l'insediamento del nuovo sub commissario alla regionale Sanità, il manager italoamericano Joseph Polimeni, per poter fissare un incontro e definire l'iter procedurale che porti al riconoscimento del presidio ospedaliero della Costa d'Amalfi operante in zona disagiata così da incrementare i servizi primari.
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