"Credo di avere contribuito in misura non infima alla nascita e al successo della Fondazione Ravello. Mi sta dunque a cuore che essa si sviluppi ulteriormente o, per lo meno, non si deteriori". A sostenerlo in un'intervista a Il Mattino a firma di Mario Amodio è Domenico De Masi, il sociologo che per otto anni ha retto le sorti dell'organismo a cui è affidata la gestione degli eventi del Festival e di parte del patrimonio monumentale e storico di Ravello.
Si chiude un ciclo, dunque, ma non a cuor leggero. Si chiude col rammarico di non essere riusciti a compiere un solo miracolo: quello della pacificazione in un paese ancora fortemente provato da contrasti e contrapposizioni.
"A Ravello ho lavorato per mettere concordia e non guerra" dice De Masi a margine di un memoriale che contiene tutte le ultime tappe della vicenda Fondazione, compresa la convocazione del consiglio di indirizzo prima delle nomine di Regione e Provincia."La provocatoria convocazione ha ottenuto il risultato che speravo: immediatamente Provincia e Regione hanno fatto le loro nomine. Ciò consente di riconvocare il consiglio, finalmente completo, e di far ripartire la vita della Fondazione" avverte il sociologo fornendo così la sua personale versione circa l'ultimo atto amministrativo finito sotto accusa.
"Una volta scaduta la presidenza e i consigli, era urgente che i soci nominassero al più presto i nuovi consiglieri - prosegue il presidente uscente della Fondazione Ravello che provvederà a riconvocare il consiglio di indirizzo - Regione e Provincia, nonostante i miei ripetuti solleciti, hanno lasciato passare alcuni mesi e tutto faceva intendere che altri ancora se ne sarebbero persi. La vacanza di organi direttivi ha impedito il Winter Festival 2010 e stava per mettere in pericolo il Festival estivo 2011. Per evitare che il danno divenisse irreparabile, ho forzato la mano convocando il consiglio di indirizzo con i soli consiglieri nominati dal comune, dall'Ept (la Prearo si è poi dimessa) e dalla soprintendenza. Lo Statuto lo prevede e, anzi, lo pretende, dettando anche il rigido ordine del giorno, che non mi sono inventato io ma gli estensori dello statuto".
De Masi, nel ricordare a Il Mattino come a maggio annunciò la indisponibilità a ricoprire cariche statutarie al termine del mandato anche per effetto del mancato affidamento dell'auditorium "mi sembrava poi corretto non creare imbarazzo alle nuove amministrazioni di destra" svela l'invito di Caldoro a non mollare.
"Il 22 giugno, con mia sorpresa, il presidente Caldoro mi ha signorilmente chiesto di desistere dalla mia intenzione - dice -. Ho ringraziato e ho subordinato la disponibilità al patto che fossero ripristinate le condizioni per un ulteriore sviluppo della Fondazione. A ottobre, trascorsi alcuni mesi e non sembrandomi realizzate queste condizioni, ho scritto all'assessore Miraglia e al presidente Caldoro una lettera in cui ribadivo di considerarmi definitivamente indisponibile per qualsiasi carica della Fondazione Ravello. Con questi passaggi istituzionali si può ritenere chiuso un primo ciclo della Fondazione".
Per De Masi, stando a quanto si apprende dal quotidiano, inizia dunque una seconda fase "che richiede la formulazione di un piano industriale per la corretta gestione dellAuditorium e delle strutture annesse". Tra queste, secondo il sociologo, l'estensione degli eventi a tutti i mesi dell'anno, la creazione di una scuola di musica, la trasformazione della scuola di management culturale in una facoltà universitaria, la costituzione di un network stabile con gli altri paesi della Costiera. "Queste cose, e tante altre, - conclude - che la nuova, prestigiosa direzione saprà realizzare, porteranno Ravello sempre più in alto nella graduatoria mondiale delle località ineguagliabili".