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Tu sei qui: SezioniLettere al VescovadoCampane e botti "minaccia" per la quiete pubblica, i chiarimenti di Sorrentino
Scritto da Salvatore Sorrentino (Redazione), venerdì 17 agosto 2012 15:31:01
Ultimo aggiornamento giovedì 20 settembre 2012 15:08:09
di Salvatore Sorrentino - Caro Direttore.
Permettimi un breve intervento, utile, a seguito di chiose, chiare, alcune, e velate, altre, sul mio ultimo articolo sul tuo giornale.
Non è nelle mie abitudini; però, lungi da me l'idea di far polemica, ho l'obbligo morale di intervenire, non fosse altro che per difendere l'onesto, complesso, difficoltoso e impegnativo lavoro di rappresentanti del popolo di Ravello, democraticamente eletti, come sempre, e come ancor oggi grazie a Dio, i quali hanno sempre operato per il bene del paese, il più delle volte deliberando all'unanimità dei voti, su argomenti di primaria importanza. E il prodotto del loro impegno sta sotto gli occhi di tutti: "Ovunque il guardo io giro ...", ... quelle opere io vedo; anche la galleria sotto Piazza Fontana, pur essa opera degli anni ottanta.
L'Amministrazione Comunale, e intendo Maggioranza e Minoranza, di ben venti anni, per i problemi richiamati, poteva solo fare proposte, interventi in via politica, presso amici, per quanto possibile, influenti o potenti che dir si voglia. E tanto è stato sempre fatto, e con buoni frutti.
Inoltre, approfitto dell'occasione per chiarire il senso di qualche mia affermazione.
Credo di conoscere la lingua italiana, oltre che altre lingue, vive e morte. In tanti mi fanno pervenire i loro complimenti sul mio modo di scrivere (e non solo in italiano). Mi si dice che la mia prosa è elegante, chiara, scorrevole, precisa, stilisticamente perfetta. Io non credo che sia proprio così; forse dipende dal fatto che si leggono, in giro, scritti spesso contorti e, talvolta, incomprensibili. Allora i miei spingono a tanto.
In proposito, per quanto riguarda i richiami al Medio Evo, mi si permetta di dire, a chi non lo sa, che io, il Medioevo, lo conosco, non solo dai libri di storia, che pur contano, ma pure e soprattutto dai testi medievali, da me letti, non solo nella traduzione in lingua italiana moderna, bensì in originale, nelle lingue in cui sono state scritte: latino, latino post-classico, italiano volgare, italiano, francese antico e moderno, spagnolo antico e moderno. E scusate se è poco. E scusatemi pure, una volta tanto, un po' di esibizione.
Altro chiarimento.
Il mio richiamo al Medioevo riguardava, e mi sembra molto chiaro, solo il fatto che si andava a letto "quanno 'e galline vanno 'ncopp' 'a mazza", e che le ore della giornata, le contavano le campane. Leggete, per cortesia.
Penultimo chiarimento, io le bande musicali, le amo, le ho sempre amate, le ho pure aiutate, quando mi è stato possibile, con la mia opera politico-amministrativa. Ricordo a qualcuno e porto a conoscenza dei più giovani, che, sempre in quell'epoca, anni ottanta, la banda musicale di Ravello vestiva una divisa della Comunità Montana, dove io ero assessore, e tutte le domeniche dell'estate, si esibiva, con idonea retribuzione, a mezzogiorno, in Piazza del Duomo, con impegnative marce musicali e pure con brani di opere.
Infine, ultimo chiarimento: non mi sono mai sognato di dire che le campane non si devono suonare; non mi sono mai sognato di dire che non si devono sparare i fuochi d'artificio. Ho solo detto che andrebbero suonate, le campane, e sparati, i fuochi, solo in determinate ore della giornata. Nel rispetto delle norme vigenti, siano esse comunali o nazionali. Punto.
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