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Tu sei qui: SezioniEconomia & TurismoTurismo a numero chiuso anche in Costiera Amalfitana. Perchè no se si fa a Dubrovnik?
Scritto da (Redazione), venerdì 2 settembre 2016 20:06:25
Ultimo aggiornamento venerdì 2 settembre 2016 20:06:25
Impedire a orde di turisti di invadere quelle località che per loro natura sono gioielli di incomparabile bellezza, perché raccolte, fragili, difficilmente raggiungibili. E' da sempre il sogno in Costa d'Amalfi (e resta tale) che però sarà presto realtà a Dubrovnik, tra le perle della Croazia. Già, perché, stando a quanto riportato da Repubblica, la cittadina dalmata, lo scorso 11 agosto, ha toccato un record di fatto insostenibile: 10mila visitatori nell'arco di una sola giornata. Il sindaco ha deciso che è ora di correre ai ripari ordinando le visite a "numero chiuso" con l'ausilio di un sistema di videocamere.
E' vero, i turisti fanno bene all'economia locale e nazionale, tengono in piedi interi territori. Ma quando sono troppi il quadro cambia drasticamente. Lo sanno bene ad Amalfi e Positano, centri turistici rinomati in cui da terra e da mare, nel clou della stagione turistica, sembra assistere a veri e propri assalti pirateschi, mordi e fuggi, che talvolta rendono impossibile la vita dei residenti, snaturando i luoghi per loro carattere intimi, raccolti, fragili. E da qualche tempo, in Italia, l'idea di contingentare le visite a interi borghi, cittadine e posti si fa sempre più solida. Col pericolo, però, di trasformare queste destinazioni in musei senz'anima proprio sull'onda di un meccanismo che dovrebbe tutelarli. Una questione vecchia quanto il mondo qui in Costiera, che di certo non abbiamo la pretesa di risolvere su due piedi o imitando l'esempio di Dubrovnik, un'idea coraggiosa.
Se ne dibatte alle Cinque Terre, per esempio, dove i comuni messi insieme non toccano 5mila residenti, nei giorni di punta si arriva a oltre 10mila visitatori. Troppi, tanto che nei mesi scorsi Vittorio Alessandro, direttore dell'omonimo parco, ha lanciato il famigerato numero chiuso. Di fatto poi applicato ma solo lungo i 45 sentieri che dipendono dall'ente che dirige, monitorati con i contapassi e poi contingentati per orari e presenze. E se la polemica è un evergreen di tante gemme nostrane (Venezia, dove il governatore Luca Zaia ha da poco lanciato l'idea del Daspo per i maleducati, ma anche Taormina, dove la proposta è rispuntata nel corso di un recente consiglio comunale) anche nel mondo gli esempi non mancano.
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