di Salvatore Amato - Giovedì 3 gennaio scorso, presso la residenza municipale di Ravello, è stato presentato il progetto di recupero dell'Archivio Storico Comunale, finanziato dall'Amministrazione Comunale e affidato all'Associazione "Ravello Nostra", e firmata l'intesa che regolerà gli adempimenti degli Enti.
Dopo il saluto del Sindaco, che ha ricordato il lungo cammino che ha portato al perfezionamento dell'iter amministrativo, il rappresentante dell'Associazione, Antonio Ferrara, ha aggiunto che l'iniziativa prende avvio, per uno strano gioco del destino, proprio nel decimo anniversario della morte di Don Giuseppe Imperato Sen., primo presidente di "Ravello Nostra" e uno dei massimi storici della Costa d'Amalfi del XX secolo.
Un'occasione storica per Ravello, che permetterà, entro tre anni, di consegnare ai cittadini e agli studiosi l'ultima memoria identitaria della collettività, fonte ineludibile per la ricostruzione della vita del territorio e dei suoi abitanti, delle tradizioni civili e religiose, dei grandi eventi di cui è stata protagonista anche a livello nazionale.
Lunghe e travagliate, però, sono state le vicende dell'Archivio Comunale di Ravello, allocato, fino agli inizi degli anni Settanta, in due ambienti del Municipio: le carte più recenti presso l'ex-ufficio Protocollo (2° piano), quelle più antiche (convenzionalmente indicate come "Archivio storico") presso l'attuale ufficio Protocollo (1° piano).
Tra il 1969 e il 1970, l'ambiente che conservava la carte più antiche fu invaso dall'acqua piovana. I responsabili dell'epoca raccolsero tutte le carte e le infilarono in sacchi di plastica e li sistemarono nel sottotetto.
In seguito a tali avvenimenti, tra il 1975 e il 1976, la documentazione superstite fu consegnata alla Soprintendenza Archivistica per la Campania e venne successivamente depositata presso l'Archivio di Stato di Napoli, Sezione Militare di Pizzofalcone.
Più volte, nell'ultimo decennio, l'ente depositario ha sollecitato la riconsegna dell'Archivio all'Amministrazione Comunale: con note del 16 dicembre 2002 e del 27 luglio 2005 la Soprintendenza lamentava l'impossibilità per l'archivio storico di trovare «la giusta collocazione presso la sua sede naturale».
Il 12 settembre 2006, l'Amministrazione Comunale comunicava all'ente depositario il proprio impegno per riportare l'Archivio storico a Ravello, annunciando, nel contempo, che nella progettazione dei lavori di ristrutturazione del Palazzo di Città era stata prevista una sede adeguata per accogliere il patrimonio documentario e aprirlo alla consultazione degli studiosi.
A seguito di ulteriore sollecito, inoltrato dalla Soprintendenza il 7 luglio 2009, l'Amministrazione Comunale, con nota del 4 agosto, comunicava che, a partire dal 15 settembre successivo, l'Archivio storico poteva essere trasferito, trovando sistemazione provvisoria al primo piano del Municipio.
Il 23 ottobre 2009, la Dott.ssa Michelina Sessa, funzionario di zona della Soprintendenza Archivistica per la Campania, consegnava al responsabile dell'Ufficio Archivio e Protocollo, Rag. Sebastiano Malafronte, 117 cartelle, 63 registri, 5 scatole colme di fogli sciolti, appartenenti all'Archivio storico del Comune di Ravello.
A questa prima consegna ne seguiva un'altra, avvenuta il 3 novembre 2009, e consistente in 102 cartelle, 9 registri, 1 scatola di fogli sciolti. Tale consegna concludeva il trasferimento di tutto il materiale archivistico, che venne collocato al 1° piano del Municipio.
Infine, con deliberazione del 20 aprile 2011, il Commissario Straordinario del Comune di Ravello, Dott. Salvatore Grillo, disponeva il trasferimento degli archivi comunali (compresa la parte storica) nei locali siti al Viale Parco della Rimembranza, nei pressi della chiesa di Santa Maria a Gradillo.
La consistenza notevole della documentazione, che abbraccia più di quattro secoli, doveva prevedere necessariamente un progetto di recupero abbastanza analitico, che non si limitasse alla stesura di un mero elenco di consistenza del materiale, ma che prevedesse un livello di descrizione più approfondito.
Per tale motivo, verso la fine del 2011, la nuova Amministrazione Comunale, guidata dal Dott. Paolo Vuilleumier, propose all'Associazione Ravello Nostra, allora presieduta dalla Dott.ssa Maria Carla Sorrentino, di predisporre un progetto di recupero dell'Archivio Storico Comunale, in conformità alla più recente e accreditata tradizione scientifica della disciplina, ed elaborato in collaborazione con il Dott. Crescenzo Paolo Di Martino, archivista di grande competenza e di provata esperienza, che ha provveduto anche all'inventariazione dell'Archivio Vescovile di Ravello, conservato attualmente in Duomo.
Del resto, come è noto, quella degli archivi comunali del Mezzogiorno, in molti casi, è una triste storia, segnata da incuria, abbandono e degrado, al punto che nel 1998, per descrivere l'imbarazzante situazione in cui versavano, il convegno nazionale di Modena sul primo centenario della Circolare Astengo ebbe come titolo emblematico: "Labirinti di carta".
In quell'occasione, il panorama degli archivi comunali campani, oggetto della relazione di Michelina Sessa, mostrava un contesto drammatico, nel quale appena il 2% dei Comuni aveva istituito un Archivio Storico e addirittura solo l'1% aveva conoscenza della propria documentazione.
Certo, negli ultimi 15 anni qualcosa è cambiato, e la percentuale degli enti che hanno favorito lo studio dei propri archivi è aumentata, grazie ai tirocini universitari e anche all'utilizzo di fondi europei, per il tramite della Regione Campania, che nell'obiettivo operativo 1.10: "LA CULTURA COME RISORSA", ha promosso interventi di digitalizzazione e informatizzazione degli archivi pubblici e privati del territorio regionale.
Tuttavia un grosso contributo di idee per la valorizzazione delle cosiddette strutture culturali di base - archivi, biblioteche e musei - è venuto dalla fitta rete di associazioni culturali presenti sul territorio, che in molte realtà, in un rapporto di collaborazione e rispetto, sopperiscono ad un vuoto culturale che le amministrazioni comunali non possono riempire.
A termine dell'incontro, è stata firmata l'intesa che regolerà gli adempimenti degli enti promotori dell'iniziativa.
Si auspica che questo straordinario intervento, che mira al recupero di un grande patrimonio di valori e di identità, possa dare dignità a tante voci del passato, ai nostri cari che ci hanno lasciato una grande lezione di civiltà che non merita di essere dispersa ulteriormente, e seppur è vero che non si possono risuscitare le vite finite nell'archivio, questa non è una buona ragione per farle morire una seconda volta.