La Procura di Grosseto ha disposto il fermo del comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino. Il comandante (CLICCA QUI E GUARDA L'INTERVISTA DEL TGCOM A SCHETTINO) secondo le notizie fornite dalle agenzie sarebbe stato trasferito nel carcere di Grosseto in attesa dell'udienza di convalida che dovrebbe svolgersi all'inizio della prossima settimana. Il fermo è stato disposto dal procuratore di Grosseto Francesco Verusio. I capi d'imputazione sono omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave.
Secondo l'accusa degli inquirenti il comandante, 52 anni originario di Meta di Sorrento, già verso le 23:30 avrebbe lasciato la nave. Lo riferisce l'Ansa, secondo cui a quell'ora ancora gran parte degli ospiti e dell'equipaggio stava ancora aspettando di essere evacuata. Gli ultimi a lasciare la Costa Concordia lo hanno fatto non prima delle 2,30-3:00 della notte scorsa. Ma Schettino rigetta questa accusa e si difende nell'intervista concessa al Tgcom.
In Penisola Sorrentina intanto è sconcerto per il terribile naufragio verificatosi al largo della Versilia ma anche per le conseguenze a cui rischia di andare incontro il comandante Schettino, persona nota in Penisola Sorrentina e considerata tra i più esperti così come confermato nel pomeriggio dal direttore generale di Costa Crociere
Schettino, secondo quanto riferisce l'Ansa, avrebbe chiamato la mamma, un signora di ottanta anni, stamani alle 5: "E' successa una tragedia.
Ma stai tranquilla, ho cercato di salvare i passeggeri. Per un po' non vi potrò telefonare. Ma state tranquilli" avrebbe detto l'uomo stando al racconto fornito dalla sorella Giulia Schettino ai colleghi dell'Ansa. Sempre secondo l'agenzia, che ha sentito la famiglia Schettino, il comandante della Costa Concordia, avrebbe chiesto di parlare con il fratello Salvatore, anche lui marittimo. E gli avrebbe spiegato, sempre secondo il racconto di Giulia Schettino, la sorella del comandante, cosa era successo alla nave della Costa.
Il procuratore di Grosseto ha anche specificato che, al momento dell'impatto, ''c'era Schettino al comando della nave'', e che è stato il comandante ''ad ordinare la rotta: questo è quanto ci risulta. E' stata - ha spiegato il procuratore Verusio - una manovra voluta''.
Il comandante Schettino non è stato interrogato, mentre invece sono stati sentiti altri membri dell'equipaggio, tra cui il primo ufficiale in plancia, indagato, e il terzo ufficiale in plancia che è interrogato in queste ore dai magistrati.
Gli inquirenti hanno infatti deciso per Schettino il fermo di pg ed aspettano l'udienza di convalida davanti al gip che potrebbe tenersi martedì o mercoledì prossimi. Sempre nell'ambito delle indagini vengono sentiti come testimoni anche altri membri dell'equipaggio, per ricostruire la dinamica dell'incidente e l'organizzazione dei soccorsi a bordo. Al vaglio degli inquirenti anche il fatto che il passaggio molto vicino all'isola del Giglio sia stato deciso per far ''salutare'' ai croceristi i paesi dell'isola illuminati nel buio.
A 24 ore dall'incidente, infatti, ancora nulla di definitivo si sa per quanto riguarda il numero di chi non risulta dagli elenchi dei sopravvissuti soccorsi e fatti rientrare alle proprie abitazioni o ospitati negli alberghi.
Il prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi in serata ha parlato di 41 persone da rintracciare: "Delle 4.232 persone che, secondo gli elenchi forniti, erano a bordo della nave al momento ne sono stati rintracciati 4.191. La verifica fra gli elenchi va avanti ed è un lavoro lungo che ritengo si protrarrà fino a stanotte''.
E il sindaco dell'Isola del Giglio, Sergio Ortelli, spera che il bilancio delle vittime non salga ulteriormente: "Prima di 24 ore non si potrà dire nulla di sicuro. Io continuo a sperare. Per ora non si può dire nulla. Il conto non torna e la compagnia sta riconteggiando - ha spiega Ortelli - E' possibile che qualcuno, addirittura un gruppo consistente di persone, sia stato soccorso in mare e trasportato direttamente sulla costa. Nella parte squarciata della nave l'acqua non era alta, e la Costa si è inclinata lentamente, quindi c'è stato tempo per scappare".
Di certo c'è che in mare non si sono trovati altri corpi che quelli delle tre vittime, anche perchè la zona dove la nave si è "spiaggiata" è stata ispezionata da sub, elicotteri e imbarcazioni. Diverso il discorso per l'interno della nave: il personale speleo-alpino-fluviale dei vigili del fuoco ha ispezionato i ponti che sono fuori dall'acqua, che sono però in verticale, visto che la nave è capovolta a quasi 90 gradi.
Non è stato, invece, ancora possibile entrare nella parte sommersa per motivi di sicurezza. Pertanto tutta quella zona che è stata riempita d'acqua dovrà essere controllata, presumibilmente dopo che saranno state aspirate le oltre duemila tonnellate di gasolio che sono presenti nei serbatoi della Concordia. Le difficoltà di contare tutti i naufraghi sono state dimostrate dalla storia di quattro turisti americani: dati inizialmente per dispersi erano in realtà ancora all'isola del Giglio e sono partiti senza problemi con il traghetto per Porto Santo Stefano.
Le operazioni dei sommozzatori, che oggi hanno dato esigo negativo, riprenderanno domani con le prime luci dell'alba.
Per tutta la giornata, e fino all'imbrunire, è apparso come un gigante ferito il gioiello della Costa. Un gigante ferito da uno squarcio che ha dilaniato settanta metri di carena: e anche se a volte il destino esiste, non e' stato un iceberg, come nel Titanic, ma uno scoglio ad affondarlo. Tra tre mesi sarà un secolo (era la notte tra il 14 e il 15 aprile 1912) dal naufragio più famoso e maledetto della storia.
La Concordia non parla, parleranno le sue scatole nere. Ma lo squarcio sulla carena di sinistra fa impressione ed è un libro aperto: la nave, trotterellando a 300 metri dalla costa a venti nodi, si è piantata sull'ultimo baluardo de 'Le Scole', isolotti capaci di far paura ai gommoni dei turisti e non di più.
E invece l'impatto è stato violentissimo: la Concordia ha letteralmente strappato il suo assassino dal fondo del mare. E s'è trascinata lo scoglio, ormai parte di lei, almeno per mezzo chilometro. Prima di arrestarsi. Prima di mostrare al mondo intero la sua ferita. ''Mai vista una cosa simile'' dicono i pescatori sul molo mentre guardano quell'assurda composizione: un taglio netto che finisce dove inizia lo scoglio.