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Tu sei qui: SezioniCronacaAggiudicati i reperti di Villa Rufolo
Scritto da Mario Amodio (redazione), venerdì 12 dicembre 2008 15:23:43
Ultimo aggiornamento venerdì 12 dicembre 2008 15:23:43
Chi sperava in un blocco dell’asta in tempo di record per impedire la vendita dei reperti appartenuti alla collezione ravellese di Francis Neville Reid, lo scozzese che fu proprietario di Villa Rufolo dal 1851, è rimasto deluso. Già, perché l’aggiudicazione è avvenuta regolarmente con il trasferimento a terzi di due dei tre oggetti finiti sotto la lente d’ingrandimento delle autorità italiane.
La vicenda relativa all’asta dei reperti, per i quali in questi giorni si è registrata una vera e propria mobilitazione, si è conclusa nel pomeriggio di mercoledì a New York - erano circa le 22 in Italia - con la vendita per 28.125 dollari del frammento di rilievo in marmo (lotto 50 per il quale la Soprintendenza di Salerno aveva chiesto accertamenti e più specificamente spiegazione alla casa d’aste newyorkese) e del vaso pestano aggiudicato per una cifra di poco superiore ai 31mila dollari.
Per il terzo reperto, esattamente l’urna cineraria, Sotheby’s pare stia procedendo ad una vendita a trattativa privata e non è escluso che possano inserirsi anche enti italiani interessati all’acquisto del reperto. Sulla vicenda della vendita all’asta dei tre oggetti intervenne per primo il soprintendente Giuseppe Zampino che chiese ai carabinieri del nucleo regionale per la tutela del patrimonio artistico di attivare una serie di indagini utili a capire se i reperti, appartenenti agli eredi mrs Antoinette Haifele De Courly ultima proprietaria di Villa Rufolo prima della vendita del complesso all’Ept di Salerno, vennero trasferiti in Francia prima del 1939 (data curiosamente coincidente con l’entrata in vigore della legge italiana che tutela i beni, la 1089/1939, grazie alla quale anche il complesso di Villa Rufolo e il suo arredo risultarono sottoposti a vincolo) così come riferito da Sotheby’s nelle schede relative ai tre reperti.
U
na vicenda quella degli arredi di Villa Rufolo che prima e dopo la vendita del complesso architettonico nel luglio del ‘74, in parte già di proprietà dello Stato dal 1957, finì al centro di una serie di polemiche molte dei quali sfociarono addirittura in denunce alle autorità locali che vennero informate a più riprese di presunti tentativi di trasferimento degli arredi da parte della proprietà. Scese in campo anche Italia Nostra il 26 ottobre 1973 per sollecitare l’intervento delle soprintendenze e la lettera fu pubblicata sul bollettino parrocchiale L’Incontro del 7 novembre; successivamente alcuni cittadini (esattamente il 3 e il 20 settembre 1974) denunciarono la "spogliazione" di Villa Rufolo che pare fosse avvenuta con l’ausilio di due camion targati Roma che "artatamente" durante il movimento di mezzi a servizio del festival wagneriano pare stessero trasferendo altrove gli arredamenti.
A sostegno dell’episodio anche due interrogazioni parlamentari presentate nel dicembre 1974 dagli onorevoli Biamonte e Gargani. Da mercoledì, due dei tre reperti hanno cambiato proprietà: il frammento di marmo scolpito a rilievo e risalente al 150 o 160 d.C, e il vaso greco di Paestum, riconducibile ad un’epoca che va dal 350 al 330 a.C.
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