A serio rischio una delle specie arboree più popolari di Ravello: il pino marittimo che sovrasta la Chiesa di Santa Maria Annunziata. Ritratto da pittori e fotografi di tutto il mondo fino a diventare il simbolo della Città della Musica, negli ultimi tempi, complici le intense piogge dei mesi scorsi, le sue radici hanno danneggiato
il muro di contenimento attiguo al duecentesco complesso monumentale, inducendo il sindaco di Ravello, Paolo Imperato, ad ordinare l’immediato rifacimento della macera onde garantire la pubblica incolumità.
Ma a destare maggiori preoccupazioni è stata la leggera inclinazione verso sud-est del fusto alto circa venticinque metri, "soffocato" in una minuta lingua di terra di proprietà privata, stretta tra la via pubblica e l'atrio della Chiesa dell’Annunziata.
"La leva è troppo corta (il terreno sottostante ndr) e non vi è una forza contrastante l’abbattimento –ha rilevato Giuseppe Coppola, agronomo intervenuto stamane sul posto, incaricato dall’Assessore del Parco Regionale dei Monti Lattari Giovanni Stanzione -. Bisognerà sfoltirlo al più presto (il pino ndr), in modo da alleggerirlo quanto più possibile, dopo di che dovrà essere imbracato sotto il punto di biforcazione, attraverso una cravatta e un tirante. In questo modo sarà messo in sicurezza".
Catalogato nei libri di botanica come pinus pinea che significa, press'a poco, pino da pinoli commestibili,questo bellissimo albero è chiamato anche "pino domestico", o "pino italico". Appartiene ad una specie messa a dimora fin dall'epoca dell'antica Roma e diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, dalla Spagna all'Asia Minore. Quando è giovane, avvertono i manuali, è a forma di piramide, ma da adulto è a guisa di ombrello. Può raggiungere un'altezza di trenta metri e può vivere fino all'età di oltre centoventi anni.
Intanto la ditta che sta eseguendo i lavori di ripristino della macera per conto dei proprietari, oltre ad edificare un più solido muro di contenimento, provvederà alla creazione di numerosi fori che consentiranno alle radici di poter "respirare", salvando quel pino marittimo che da circa un secolo è stato eletto al rango di simbolo di una Città e che compare, in primissimo piano, su milioni di ceramiche e cartoline illustrate, facendo da cornice alla costa e stringendo il golfo in un grande abbraccio.