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Tu sei qui: RubricheLa saggezza di un PopoloLa saggezza di un Popolo (27)
Scritto da (redazionelda), venerdì 2 ottobre 2015 14:24:34
Ultimo aggiornamento martedì 19 ottobre 2021 16:07:08
di Antonio Schiavo
Mi piace continuare il nostro percorso sui sentieri della memoria e della tradizione pubblicando un nuovo capitolo di questa rubrica nel giorno della festa degli angeli.
Tempo fa dedicai un pezzettino su Il Vescovado a quelli che sono gli angeli in terra e cioè i nostri nonni.
Al loro sapere semplice, alla capacità di essere guida e sostegno delle generazioni che vengono dobbiamo questo scrigno di saggezza a cui, con molta umiltà, sto tentando progressivamente di attingere sperando di continuare a fare cosa gradita ai lettori.
Stavolta grazie a Stefano
Aviza ‘o pere:
Affrettati, sbrigati
Tirà ‘o carro p'a scesa:
Millantare fatica, occuparsi di faccende molto semplici da risolvere
A meglia parola è chella can un se dice:
Dove si esalta il valore e la lungimiranza del silenzio
Staje jenno p'o suttile:
Sottilizzare, essere pedante e capzioso
Cchiù simme e meglio parimme:
Fare le cose condividendole e in tanti produce risultati migliori
Chello ca pe te nun vuò pe ‘llate nun sia:
Non bisogna augurare il male agli altri, perché vorremmo che gli altri non lo facessero con noi.
Venne l'acqua a Cristo:
Fa pesare oltremodo tutto quello che fa. Esalta in maniera esagerata le proprie qualità.
Levà o fraceto da miezzo:
Risolvere una controversia con buon senso
Pure ‘o lione avette besuogno d'o sorece:
L'aiuto più inaspettato ti può arrivare da chi nemmeno te lo aspetti, anche dai più piccoli o umili.
E'venuto a vuttà ‘o ‘ncienzo:
si dice di chi dà supporto inconsistente o frettoloso
E' ‘nu giovane de ciappa:
Si dice di un giovane presuntuoso o, più benevolmente , è riferito a qualcuno che si fa valere
Vuttà dint' e campane:
Tergiversare, eludere un impegno o un debito
Hanno fatto ‘o sei azzicco:
Hanno raggiungo l'obiettivo (non importa con quale mezzo)
Si tato cacava nun mureva:
Quando si dice una cosa pleonastica,di evidenza lapalissiana
‘E pecore se contano quanno traseno:
I conti si fanno alla fine
So gghiute a finì a pisce fetiente:
Hanno litigato di brutto nonostante i precedenti buoni rapporti
Che fa il paio con quest'altro:
Oggi ve jate a cuccà ‘nsieme e dimane ve sceppecate a sangue.
(continua)
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