PoliticaFondazione Ravello, Sindaco invita Felicori a velocizzare su statuto e beni. Il commissario: «Farò il mio dovere, non si preoccupi»

Fondazione Ravello, Sindaco invita Felicori a velocizzare su statuto e beni. Il commissario: «Farò il mio dovere, non si preoccupi»

Inserito da (redazionelda), sabato 23 febbraio 2019 13:13:29

«Se vogliamo fare del bene ci vuole condivisione nel tempo. Esercito questo potere anche per costruire condivisione istituzionale. Farò il mio dovere, non si preoccupi». Il neocommissario della Fondazione Ravello Mauro Felicori ha rassicurato ieri sera il sindaco Di Ravello, Salvatore Di Martino, nel corso della riunione convocata a Villa Rufolo alla presenza di diversi operatori economici di Ravello. In sala una settantina di persone, di cui un terzo circa di cittadini. Al tavolo con Felicori e Di Martino anche Ermanno Guerra, riconfermato nel ruolo di segretario generale.

Ad aprire i lavori la presentazione dei dati di Villa Rufolo relativi al 2018, snocciolati dal direttore Secondo Amalfitano: paganti 261mila, 10mila in più dell'anno precedente, 11mila in meno del 2016 (l'anno dei record), per un incasso di 1,7 milione di euro, record storico dopo l'aumento del biglietto d'ingresso, passato, dallo scorso anno, da 5 a 7 euro.

Com'era immaginabile il primo cittadino, che aveva proposto il commissariamento della Fondazione alla Regione, ha chiesto al manager bolognese contezza del suo primo mese di attività a Ravello, illustrandogli le priorità del Comune.

«Abbiamo avvertito la necessità e l'urgenza di chiedere il commissariamento della Fondazione Ravello e questo certamente non come fatto punitivo ma soprattutto in vista di un rilancio della Fondazione Ravello - ha esordito Di Martino - La cosa che preme di più è l'ipotesi della messa a sistema dei tre beni, vale a dire Villa Rufolo, Auditorium e Palazzo Episcopio». «Senza i tre beni non potremmo parlare della famosa destagionalizzazione».

 

Inoltre Di Martino è convinto che «il commissariamento deve servire alla modifica statutaria, deve fare in modo che il Ministero (Mibac) sia coinvolto a 360 gradi in questa operazione. Questo è l'aiuto che il commissario ci dovrà dare e sono sicuro che ci darà».

Il primo cittadino tesse le lodi del manager bolognese per capacità ed esperienza prima di chiarire con fermezza: «Lei è venuto qui per fare il commissario. Non c'è nessuna ipoteca sulla presidenza eventuale ma è chiaro che in una prima fase bisogna fare le cose per risolvere questi problemi che ci stiamo trascinando da anni con grande difficoltà».

«Vorrei capire quale è lo stato dell'arte in questa prospettiva».

 

Felicori: «Con oggi per me inizia la stagione dell'ascolto, anche se l'ho iniziata dal primo giorno che sono qui. Io sono l'ultimo arrivato in questa comunità e devo fare un corso accelerato di ravellese». Rivolgendosi al pubblico ha detto: «Ho bisogno da parte vostra di suggerimenti io sono un buon ascoltatore», invitando a contattarlo e a scrivere sul proprio profilo facebook dov'è molto attivo nella pubblicazione e condivisione di contenuti.

«Cosa sono venuto a fare qui? Il futuro è fatto di tante possibilità Io ho un incarico di sei mesi rinnovabile. Il commissario è un po' un piccolo "dittatorello" a termine in una situazione di ingovernabilità, dove c'è qualcosa che non funziona. Un buon commissario è buono se dura poco che svolge le sue mansioni in un certo tempo perchè dopo devono ritornare delle nuove regole, un'assemblea dei soci, un consiglio di amministrazione, un presidente».

 

Linguaggio e intenti diametralmente opposti col sindaco di Ravello. Felicori, però, punta alla prossima edizione del festival. «Bisogna innanzitutto mantenere il metabolismo di base della Fondazione - ha detto - c'è l'edizione del festival che incombe, andava concepita da ottobre, c'è ritardo. Devo garantire che la situazione non peggiori e se si può migliori». In un successivo passaggio ha annunciato che il programma del Ravello Festival 2019 sarà messo in piedi con la collaborazione piena del Teatro San Carlo di Napoli e il Verdi di Salerno.

Poi si chiede quale deve essere oggi e per il futuro la mission della Fondazione Ravello.

«Dobbiamo metterci alla lavagna. Innanzitutto dobbiamo pulirla la lavagna. Cominciamo: lo scopo principale è sviluppare il turismo? Di quale bacino ci occupiamo? Quanti mesi? Che programmazione ci si attende?

Abbiamo un'occasione d'oro: allo stato attuale partiamo da una situazione buona, non parlando di Ravello che ha un nome formidabile anche la Fondazione e il Festival hanno un nome importante, partire da quello che è stato fatto: non è un festival che abbia grandi mezzi, i grandi festival hanno 5 volte i budget».

Poi si concentra sui tre "beni": «Per Villa Episcopio esiste un progetto come luogo di alta formazione, dobbiamo un po' aggiornarlo, a giorni apre il cantiere; Villa Rufolo è in ottime condizioni ma possiamo migliorare la parte espositiva» mentre per l'Auditorium Felicori pensa alle convention invernali per allungare la stagione turistica, non disdegnando il il trekking e il turismo naturalistico.

«Che cosa vi propongo di fare? Di lavorare con voi, di avviare un dialogo con il territorio. sono portatore di questo pensiero fisso, cioè che i beni culturali possono accelerare lo sviluppo in particolare al Sud sono una risorsa fondamentale per creare lavoro, creare ricchezza sul territorio, ma per fare questo bisogna creare una rete».

Si sono susseguiti interventi dal pubblico a partire dal presidente del gruppo alberghi, turismo e tempo libero di Confindustria Salerno, Gino Schiavo, a cui sono seguiti il direttore dell'hotel Villa Cimbrone Giorgio Vuilleumier, Gianluca Mansi, tra i soci della nuova entità Convention Bureau Amalfi Coast e l'archeologo e guida turistica Alessio Amato con testimonianze e istanze apparentemente recepite dal neocommissario. Tanti i temi sul tappeto con una leggera confusione sulle reali mansioni della Fondazione, nella riunione di ieri caricata di molteplici aspettative.

Ma il sindaco Di Martino, non proprio soddisfatto delle linee guida dell'azione di Felicori, ha ribattuto su modifiche statutarie e messa a sistema dei tre beni come conditio sine qua non della sua esperienza commissariale. «E' il punto di partenza di tutti i ragionamenti che stiamo facendo stasera. Il commissariamento è stato chiesto affinchè la Fondazione svolgesse un ruolo per l'intera Costa d'Amalfi» ha specificato Di Martino.

«Se vogliamo fare del bene ci vuole condivisione nel tempo. Esercito questo potere anche per costruire condivisione istituzionale. Farò il mio dovere, non si preoccupi» ha rassicurato Felicori.

Di Martino ha comunque ringraziato Felicori della disponibilità, annunciando la possibilità di futuri incontri.

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