PoliticaFondazione Ravello, consiglieri replicano a sindaco Di Martino: «In passato le poltrone le ha conservate per sè»

Fondazione Ravello, consiglieri replicano a sindaco Di Martino: «In passato le poltrone le ha conservate per sè»

Inserito da (redazionelda), venerdì 27 gennaio 2017 10:53:25

Riceviamo e pubblichiamo nota a firma dei consiglieri d'Indirizzo della Fondazione Ravello Giuseppe Liuccio, Lelio Della Pietra e Gianpaolo Schiavo, replica alle dichiarazioni rese dal sindaco di Ravello Salvatore Martino seguitealla sentenza del TAR con cui ha respinto la richiesta cautelare avanzata dai tre consiglieri della delibera di Consiglio Comunale numero 46 del 24 settembre del 2016 con cui l'assise aveva approvato un disciplinare per la designazione, il controllo e la revoca dei rappresentanti dell'Amministrazione comunale negli organismi partecipati dall'ente locale. Segue testo integrale.

 

Egregio Direttore,

visto che il Suo quotidiano per primo ha dato spazio al comunicato del Sindaco di Ravello rivolto a noi in forma diretta, approfittiamo della consueta cortese ospitalità per rispondere in via altrettanto diretta al Sindaco.

In breve:

a) sconcerta il colorito linguaggio con cui, in modalità evidentemente "politica" - da avvocato Di Martino non avrebbe parlato di soldi della comunità impiegati nella difesa, bensì di difesa necessitata dei diritti -, il Sindaco muove recriminazioni a noi tre che politica non facciamo, tanto meno locale (é noto a tutti che le nostre residenze e gli interessi professionali sono fuori da Ravello);

b) siamo certi che nessuno dei Ravellesi (neppure i sostenitori più appassionati dell'avv. Di Martino) possa aver pensato anche solo per un attimo che qualcuno di noi tre abbia mancato di rispetto alla loro Città, oltre che alla dignità culturale e sociale del territorio.

L'appartenenza propria e famigliare di Gianpaolo Schiavo a quella Comunità, l'intenso vissuto di Giuseppino Liuccio, l'affetto che lega da generazioni la famiglia Della Pietra a Ravello, impediscono di poter essere additati quali "nemici" della cittadinanza ravellese, e contemporaneamente fanno sì che nessuno di noi si consideri sottoposto a una politica arrogante che non riconosce competenze e professionalità, ma solo logiche di appartenenza e servilismo incondizionato, da controllare a proprio piacimento;

c) è incomprensibile il richiamo a dichiarazioni da noi rese "nel corso dei vari Consigli di Indirizzo", poiché soltanto in quello del 12 novembre abbiamo chiesto che la Fondazione fosse tutelata rispetto alle affermazioni (quelle su una stampa al soldo della Fondazione si presentavano al limite della querela) fatte dal Sindaco nel corso del Consiglio Comunale del 24 settembre;

d) se il massimo "Consesso Ravellese, il Consiglio Comunale" emana provvedimenti illegittimi, nella specie il regolamento che pone in serio pericolo quell'autonomia della Fondazione negli anni sempre salvaguardata (e sul punto il TAR non si è pronunciato), opporsi a quel provvedimento non è stato un atto di arroganza o di provocazione, ma una doverosa attività a tutela dell'Istituzione di cui si è parte;

e) non c'entra nulla il ricorso al TAR con la difesa di "poltrone", che peraltro l'avv. Di Martino una volta uscito sconfitto dalla precedente tornata elettorale ha ben saputo conservare per sé, non dando ascolto all'epoca a quel richiamo alla "democrazia" che oggi invoca nei nostri riguardi.

Per quelle "poltrone", poi, da oltre due anni partecipiamo regolarmente a Consigli di Indirizzo e di Amministrazione senza aver mai sollecitato neppure il rimborso delle spese di viaggio (da Roma, da Bari, da Napoli) o di soggiorno; per le "poltrone" abbiamo ottenuto complessivamente 10 biglietti omaggio, in media 3,33 per ciascuno di noi, una percentuale infinitesimale rispetto agli omaggi che il Festival concede (basta andare a guardare i dati dei più recenti spettacoli, oppure chiedere conto alla Fondazione delle spese per "rappresentanza" sostenute in occasione delle ultime festività).

Nessuno di noi, infine, ed è la cosa più importante, ha sollecitato e ottenuto altri vantaggi per sé o per persone a sé vicine dalle attività artistiche della Fondazione, non abbiamo sistemato artisti o piazzato spettacoli magari attraverso agenzie, associazioni, enti culturali privati a noi collegati direttamente o indirettamente;

f) se continueremo a non essere posti in condizione di esercitare con pienezza di funzioni i nostri compiti, ben presto le poltrone che reclama Di Martino saranno liberate. Prima, però, con la consueta onestà morale e intellettuale nonché linearità di comportamenti, porteremo a compimento la raccolta di dati sulle molte inadempienze, finora da noi sempre evidenziate e denunciate dall'interno, che hanno contrassegnato alcuni atti della Fondazione, anche riguardanti richieste specifiche e interessate dell'Amministrazione Comunale (basti pensare che il programma di fine anno è stato reso noto dal Comune il 4 dicembre, quando il Consiglio di Amministrazione chiamato ad approvarlo, e soprattutto a stanziare la relativa spesa, non si era ancora riunito, e quello di Indirizzo, che avrebbe dovuto dettare le linee guida di quegli eventi, volutamente non era stato neppure convocato);

g) da ultimo, siamo nuovamente costretti a contestare decisamente le critiche rivolte al Festival 2016 "sul piano dei risultati", che, come si sa, per l'avv. Di Martino significa suddividere il costo degli eventi per il numero degli spettatori.

Con quel sistema si fa commercio ...non si valuta una manifestazione culturale di elevato prestigio!

Cordialmente

Giuseppino Liuccio

Gianpaolo Schiavo

Lelio della Pietra

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