NecrologiLutto a Ravello, addio a mastro Antonio Palumbo. Domani i funerali

Lutto a Ravello, addio a mastro Antonio Palumbo. Domani i funerali

Inserito da (redazionelda), domenica 29 aprile 2018 20:17:55

Si è conclusa questa sera l'esistenza di Antonio Palumbo, noto imprenditore edile di Ravello. Aveva 86 anni, compiti lo scorso 21 aprile. Da qualche mese i problemi fisici dovuti soprattutto all'età lo avevano costretto a letto. Intorno alle 19 e 30 il cuore di "Mastro Antonio 'a Prefetta" si è fermato per sempre. Raggiunge così la sua sposa nel mondo dei giusti.

Una vita dedicata al lavoro e alla famiglia quella di Mastro Antonio, nato il 21 aprile del 1932 nella casa di Via Loggetta.

Come avveniva in molte famiglie modeste della nostra terra, dopo aver terminato gli studi elementari, cominciò a lavorare come muratore alla scuola dei migliori mastri del territorio costiero.

Conobbe la miseria della guerra e con grossi sacrifici si prodigò per l'ampliamento della casa materna, dove viveva con gli altri quattro fratelli, Salvatore, Pantaleone, Maria Raffaela e Anna, quest'ultima emigrata prima in Inghilterra e poi in Canada.

Il 20 settembre 1956, a ventiquattro anni, nell'ex-Cattedrale di Ravello, ha sposato Antonietta Loffredo dalla quale ha avuto cinque figli: Gemma, Amelia, Patrizia, Nicola e Giorgio.

 

Agli inizi degli anni Sessanta, insieme ad altri importanti mastri ravellesi, fondò la cooperativa "San Pantaleone", con lo scopo di arginare il frammentarsi dell'imprenditoria edilizia locale ed offrire contemporaneamente grande affidabilità ed efficienza tecnica nei grossi cantieri che si andavano ad aprire, nel solco della prestigiosa tradizione costruttiva della Città della Musica. Per questa società Mastro Antonio ha impiegato tutti i suoi mezzi e le sue risorse.

Né mancò, in quegli anni, oltre al lavoro e alla famiglia, l'impegno politico: negli anni Settanta offrì il suo apporto al paese in qualità di assessore comunale nell'amministrazione guidata dal sindaco Salvatore Sorrentino, e la partecipazione, anche questa convinta, alle espressioni profonde della tradizione cristiana ravellese, quali i riti della Settimana santa e la festa patronale. Con orgoglio e mai per presunzione ha sempre rivendicato una condotta lavorativa e di vita seria (per lui parola data conta molto più di un contratto scritto), onesta e retta, non mancando di sfogare la sua rabbia contro ingiustizie e prevaricazioni.

Al lavoro ha dedicato gran parte della sua vita, seguendo con grande passione e determinazione l'impresa edilizia lasciata ai figli Nicola e Giorgio, correndo da un cantiere all'altro con la sua Mercedes bianca e accompagnando dall'inizio alla fine la realizzazione di tutti i lavori con l'entusiasmo di un giovane.

Uomo dalla spiccata quanto sottile ironia coltivava l'innata passione per le auto d'epoca (come testimonia la foto) e i piaceri della vita.

Legato profondamente alla sua terra, della quale ha conosciuto la miseria, ha offerto un importante e incisivo contributo per il suo sviluppo. Tra le sue ultime e prestigiose opere, l'ascensore in roccia che offre accesso agevolato al Santuario dei Santi Costa e Damiano di Ravello di cui è stato devoto.

I funerali domani 30 aprile, muovendo, alle 17, dalla casa dell'Estinto in Via Loggetta per il Duomo di Ravello.

La Redazione del Vescovado partecipa al dolore della famiglia Palumbo ricordando con affetto il caro Mastro Antonio, estimatore di questa testata, uomo integerrimo e leale, da sempre contro ingiustizie e prevaricazioni per una società seria e migliore.

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