di Vittorio Perrotta

Ho appreso con profondo dolore, qui a Marrakech, della morte del mio amico Emiddio Palladino. A Lui mi riportano tanti ricordi, specie di gioventù.

Nell'estate amalfitana del 1955 con Ennio Iovane, Andrea Milano e l'indimenticabile Mario Proto eravamo inseparabili, sempre a caccia di belle straniere. Negli anni non ci siamo mai persi di vista tanto che, in più di un'occasione, Emiddio mi ha fatto visita a Parigi.

Una volta, al Folies Bergère, lo spettacolo si apriva con gli inni nazionali di Francia e Italia. All'intonazione dell'inno di Mameli, con grande orgoglio e fierezza, Emiddio si alzò di scatto e si mise la mano sul cuore, intimandomi di alzarmi.

Sempre fedele al suo credo, fino alla morte, Emiddio si è sempre distinto per la sua etica. Un uomo onesto, rigoroso e integerrimo, sempre ligio al dovere ma anche disponibile verso gli altri.

Rimarrà indelebile in me il suo ricordo, di un amico vero, fidato, e per questo raro.