Eventi e SpettacoliL’archeologia del sogno di Mario Apuzzo

L’archeologia del sogno di Mario Apuzzo

Inserito da (redazionelda), mercoledì 1 agosto 2018 16:19:11

di Christian De Iuliis*

Mai come in questo preciso momento storico la densità degli artisti è troppo alta.

Preoccupàti che la banalità occupi tutto lo spazio del loro tempo, spalleggiati dalla tecnologia, fomentati dai social e armati di soverchia autostima, uomini e donne di ogni età si attribuiscono quarti di nobiltà artistica; densa è la folla di pittori, scultori, fotografi e creativi di ogni genere (per non parlare poi degli scrittori ...). La più sgangherata mostra di periferia autorizza l'acquarellista a stamparsi biglietti da visita con tanto di dicitura grassettata; un modesto uso di photoshop trasforma in pose d'autore foto comunque anonime. Eroi del riciclo, assemblano sugheri, legname, pietra da sabbia e bambù e si celebrano scultori.

Tra la calca di arte varia, ci vuole attenzione a scovare l'artista vero: colui che ha studiato, meditato, faticato di corpo e di anima, sperimentato linguaggi e tecniche, viaggiato per incontrare, parlato per capire.

Sentendosi pure incompreso e stupido, povero e fallito. Ha rubato le idee e si è inventato uno stile. E tutte le volte che pensava di aver messo un punto, ha fatto un passo indietro perché si accorgeva che il traguardo era ancora lontano.

E nel frattempo ha fatto altro, per campare, perché l'arte costa impegno ma spesso vale poco denaro. Per questo l'artista bisogna andarselo a cercare. Non indulgere in complimenti ipocriti: essere severi il giusto.

Mario Apuzzo espone in questi giorni a Minori, suo paese natio, una parte dei suoi lavori. Il patrimonio di una vita intera spesa tra la costiera amalfitana, la Sardegna e Terzigno dove si è inventato un "giardino dei sogni" per dare ostello ai suoi pari.

Mostra cose, anche molte diverse: schizzi a penna, acrilici, oggetti.

Per ognuno di questi, Apuzzo, ha una storia da raccontare, un ricordo, una passione che gli rovistava dentro e che si è tradotta su una tela. Apuzzo non è più un ragazzino, alle anagrafe, ma del giovane ha l'energia, quella ingenua voglia di organizzare e stupire; senza scorciatoie. Senza inutili like. Apuzzo è carne ed ossa di artista, con contraddizioni di artista, cappello di paglia di artista che nasconde capelli bianchi di artista, andatura di artista, pensieri da artista, curiosità di artista. Per questo visitare la sua mostra, "Archeologia del sogno", a Minori ancora per qualche settimana, è un occasione da non sprecare.

Che Apuzzo sia un'artista è chiaro, non ci possono essere dubbi.

Personalmente lo avrei considerato tale anche se non avesse mai dipinto un quadro in vita sua.

*architetto e scrittore

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