CronacaSalerno, 28 giugno ordinazione sacerdotale dei tre fratelli di Bracigliano

Salerno, 28 giugno ordinazione sacerdotale dei tre fratelli di Bracigliano

Si tratta di Carmine, Ferdinando e Roberto De Angelis, i primi due gemelli

Inserito da (redazionelda), venerdì 7 giugno 2019 15:46:46

di Achille Benigno

Tre fratelli che insieme riceveranno l'ordinazione sacerdotale. Si tratta di Carmine, Ferdinando e Roberto De Angelis. Il primo ha 34 anni, gli altri due (i gemelli, appunto) 30. Entrambi, dopo il diploma all'istituto "Focaccia" di Salerno, hanno iniziato gli studi universitari presso la facoltà di informatica dell'ateneo salernitano, per poi dedicarsi allo studio della teleologia per circa un anno al seminario arcivescovile di Napoli, in qualità di studenti esterni. L'anno successivo, l'ingresso al seminario "Giovanni Paolo II" di Pontecagnano. Tutti e tre hanno origini di Bracigliano così come altri tre dei seminaristi prossimi all'ordinazione sacerdotale il 28 giugno prossimo, nel Duomo di Salerno, col rito celebrato dall'Amministratore Apostolico arcivescovo Luigi Moretti.

Quindi un record anche per il Comune di Bracigliano che in un sol colpo ottiene ben sei sacerdoti su una popolazione di meno di seimila abitanti. Con i sei diaconi di Bracigliano, saranno ordinati altri otto sacerdoti della diocesi di Salerno. In questa nostra epoca in cui sembra trionfare il pressapochismo di molti, questi novelli sacerdoti elevano il nostro orizzonte e aiutano la Chiesa, che ha bisogno di menti giovani, verso una nuova evangelizzazione a cui tutti i credenti sono chiamati.

Auguri di cuore a questi giovani presbiteri ed un saluto particolare alla loro mamma Agnese, insegnante in pensione, che ha tanto pregato per questi tre figli e Il buon Dio ha accolto le sue preghiere così da accrescere i suoi "operai" nella sua vigna.

L'INTERVISTA DI LE CRONACHE

Carmine, come hai sentito la vocazione? «È un pensiero che da sempre custodivo nella testa e nel cuore, nato anche sulla scia dell'educazione cattolica impartitami dai miei genitori e dai nonni. Una vocazione che si è rafforzata sempre di più nel corso della formazione in seminario». La tua prima reazione all'annuncio di Ferdinando, tuo fratello gemello, di voler abbracciare il sacerdozio? «Devo dire la verità, un po' me l'aspettavo.

La sorpresa maggiore fu quando nostro fratello Roberto ci comunicò la volontà di prendere i voti. L'anno successivo fu la volta mia e di mio fratello gemello. Siamo abbastanza introversi di carattere per cui non ci fu una vera e propria comunicazione tra noi. Lo capimmo e basta».

Spesso i giovani hanno problemi di comunicazione con i propri genitori. Come è stata vissuta dai tuoi la scelta di entrare in seminario? «Entrambi hanno accolto molto positivamente la notizia. Forse mamma rimase un po' disorientata, ma giusto per qualche minuto. Subito dopo affrontammo tutte le questioni pratiche».

Negli ultimi tempi sulle prime pagine dei giornali mondiali si parla di molti uomini di Chiesa al centro di scandali di pedofilia. Tutto ciò finisce inevitabilmente per allontanare i giovani dalla religione. La tua opinione a riguardo? «Queste notizie suscitano scalpore perché il "male" in sé salta subito all'occhio.

Eppure, sono molto più numerosi i sacerdoti che, lontano dai riflettori, vivono concretamente il messaggio cristiano. Loro, ahimè, non fanno notizia. Gli uomini di Chiesa dovrebbero dare l'esempio, ma è pur vero che la Chiesa è costituita da uomini. Uomini, uomini fragili, uomini peccatori. Sono davvero tante le tentazioni. Si può recitare un copione, sì, ma poi bisogna sempre fare i conti con la propria coscienza».

Il ricordo più bello di questi anni di Seminario? «Anni molto belli, intensi e, non nascondo, difficili. Non dimenticherò mai quel sentimento di fraternità che mi ha legato agli altri seminaristi. Vivendo ogni giorno insieme, è normale che con il tempo cadano tutte le barriere: uno sguardo, un gesto, sei subito capito.

Certo, non sempre la convivenza è stata semplice: a volte avevo bisogno dei miei spazi, della mia riservatezza. Al tempo stesso, è sempre bello trovare qualcuno (i miei compagni di seminario, in questo caso) con cui confrontarti, confidarti, ripetere per gli esami e condividere la mensa».

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