CronacaCetara, maxi sequestro a struttura alberghiera di Fuenti: piscine, solarium, parcheggi e ascensori abusivi

Cetara, maxi sequestro a struttura alberghiera di Fuenti: piscine, solarium, parcheggi e ascensori abusivi

Cinque in totale gli avvisi di garanzia, notificati al progettista dell'opera, al tecnico comunale responsabile del procedimento, all'amministratrice della società proprietaria dell'albergo, il direttore dei lavori e il collaudatore in corso d'opera

Inserito da (redazionelda), venerdì 6 febbraio 2015 09:36:35

Nell'ambito dell'intensificazione dei servizi di polizia economico finanziaria e controllo del territorio disposti dal Reparto Operativo Aeronavale di Napoli, i finanzieri della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Salerno, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, hanno sottoposto a sequestro preventivo una nota struttura alberghiera in località Fuenti, nel comune di Cetara.

Le complesse indagini, durate diversi mesi ed articolatesi attraverso sopralluoghi sui siti di interesse, acquisizioni documentali presso il Comune di Cetara e gli uffici della Regione Campania, sono state svolte dai finanzieri sotto il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno.

Le attività hanno consentito di accertare che gli indagati, attraverso la perpetrazione di un illecito disegno criminoso, avevano dato avvio alla realizzazione di un edificio adibito ad albergo con annesse attrezzature (piscine, punti di ritrovo vari), un terrazzo solarium, aree verdi, parcheggi e strutture per la viabilità, nonchè un ascensore di collegamento ricavato nella roccia, per un'estensione complessiva superiore a 10mila metri quadrati; il tutto in zona sottoposta a vincolo paesaggistico.

Tutte le opere citate si inserivano in un programma di lottizzazione abusiva volto alla realizzazione ex novo di un complesso turistico in zona di tutela idrogeologica che, secondo le previsioni normative, assolutamente incompatibile ad ospitare strutture turistico ricettive, essendo gravata da divieto assoluto di edificabilità pubblica e privata e destinata solo alla costruzione di stradette forestali, rimboschimento, attrezzature per la zootecnia e per la lavorazione del latte.

Il meccanismo concepito dagli indagati per portare a compimento il disegno illecito è alquanto complesso ed articolato: si parte dall'attività del progettista delle opere il quale, attraverso false attestazioni, dichiarava che gli interventi erano conformi ad un vecchio progetto (approvato e risalente al 1968) e che le stesse ricadevano in zona turistico-ricreativa; il responsabile del procedimento, a sua volta, certificando falsamente che l' opera era conforme alle prescrizioni edilizie ed urbanistiche della zona, aveva rilasciato un permesso a costruire e un'autorizzazione paesaggistica del tutto illegittimi. Inoltre, cosa del tutto inedita, lo stesso funzionario pubblico aveva provveduto a certificare (falsamente) e a rilasciare (illegittimamente) titoli riguardanti aree di territorio rientranti nella competenza del confinante comune di Vietri sul mare, di fatto, usurpando funzioni pubbliche di altro Ente locale.

Le opere in corso di realizzazione non avrebbero mai potuto ricevere l'avallo di legittimità dagli organi competenti, poiché si tratta di nuove opere ricadenti in un'area ove vige il divieto assoluto di edificabilita. Va sottolineato, infatti, che il complesso alberghiero ricade all'interno del Parco Regionale dei Monti Lattari, in una zona riconosciuta "patrimonio dell'Umanità" dall'UNESCO.

Attraverso tali opere, dunque, gli indagati hanno dato all'area di riferimento una configurazione urbanistica inedita (da zona di protezione ambientale a zona ricettivo-turistica) attuando una sorta di "variante per fatti concludenti" rispetto alle originarie destinazioni di zona volute dal legislatore regionale attraverso il PUT.

Ma il disegno illecito non si limita a quanto descritto precedentemente: infatti l'amministratrice della società proprietaria della struttura aveva richiesto, per la realizzazione dell'opera, un finanziamento pubblico. Le indagini, eseguite presso i competenti uffici della Regione Campania, hanno rivelato l'istruttoria in corso per il vaglio di una richiesta di ingenti finanziamenti pubblici (quasi cinque milioni di euro), di cui la società, tuttavia, non potrà mai beneficiare grazie al blocco preventivo della procedura da parte dello stesso Ente erogatore. Da qui, dunque, la contestazione da parte del Pubblico Ministero anche del reato di truffa aggravata.

Al termine delle attività di indagini, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Salerno, accogliendo le tesi accusatorie avanzate dal PM, ha disposto il provvedimento cautelare di sequestro, che ha riguardato l'intera struttura in costruzione: un albergo su due livelli per oltre 650 metri quadri, due piscine, un solarium, un punto di ristoro, pergolati vari, aree di parcheggio, strutture per la viabilità ed un ascensore di collegamento. Presso la Regione Campania, inoltre, è stata sequestrata anche tutta la documentazione relativa alla richiesta di finanziamento.

Cinque in totale gli avvisi di garanzia, notificati al progettista dell'opera, al responsabile del procedimento (tecnico comunale) e all'amministratrice della società proprietaria dell'albergo ai quali si aggiungono il direttore dei lavori e il collaudatore in corso d'opera; le ipotesi di reato vanno dalla lottizzazione abusiva, all'abuso edilizio, abuso in atti d'ufficio, falso e truffa aggravata.

Fonte: Comunicato Stampa Guardia Finanza

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