CronacaCapitale Italiana della Cultura 2022, ecco le dieci città finaliste

Capitale Italiana della Cultura 2022, ecco le dieci città finaliste

Nel 2018 anche Ravello e la Costa d'Amalfi avevano partecipato proprio al concorso per l'edizione 2020, ma il dossier fu bocciato al primo turno dalla Giuria di Selezione nominata dal Ministero

Inserito da (redazionelda), lunedì 16 novembre 2020 15:49:20

Sono stati svelati i nomi delle dieci città finaliste per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2022. Si tratta di Ancona, Bari, Cerveteri, L'Aquila, Pieve di Soligo, Procida, Taranto, Trapani, Verbania e Volterra. Le dieci finaliste hanno avuto la meglio su una batteria di 28 partecipanti.

Il MiBACT avrebbe dovuto comunicare la shortlist dei dieci progetti finalisti entro il 12 ottobre e concludere la valutazione entro il 12 novembre: insomma, a oggi si sarebbe già dovuto conoscere il nome della città vincitrice, ma la procedura è slittata.

I dossier delle finaliste verranno dunque valutati della giuria (composta da Stefano Baia Curioni, Salvatore Adduce, Francesca Cappelletti, Roberto Livraghi, Cristina Loglio, Franco Iseppi e Giuseppe Piperata) e a breve si dovrebbe conoscere il nome della Capitale Italiana della Cultura 2022, che succederà a Parma, detentrice del titolo anche nel 2021 (la città emiliana era stata infatti designata come capitale per il 2020 ma, a causa della pandemia di Covid-19, è stato deciso di renderla capitale anche per il 2021). La capitale 2022 precederà Bergamo e Brescia che sono già state nominate capitali della cultura per il 2023, come omaggio per essere state il territorio più colpito durante la prima ondata della pandemia di Covid-19. Prima ancora, le capitali erano state Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena (2015), Mantova (2016), Pistoia (2017), Palermo (2018). Nel 2019 il titolo non è stato assegnato in quanto l'Italia aveva Matera come capitale europea della cultura.

Nel 2018 anche Ravello e la Costa d'Amalfi avevano partecipato proprio al concorso per l'edizione 2020, ma il dossier fu bocciato al primo turno dalla Giuria di Selezione nominata dal Ministero per «Limiti nel piano culturale e iniziative troppo localistiche».

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