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Ladri di futuro

Inserito da Antonio Schiavo (redazionelda), martedì 7 febbraio 2017 12:20:56

di Antonio Schiavo

C'è un numeretto, una percentuale per la quale i nostri amati politici si stanno eccitando e, nel contempo, azzannando: è il 40%.

Dovrebbe essere la percentuale che, secondo la bislacche ed imbarazzanti leggi elettorali di ultima edizione (compresa quella avallata dalla Corte Costituzionale dopo lunga e penosa riflessione), consentirebbe alla lista (o alla coalizione) che supera questa fatidica soglia di avere il cosiddetto premio di maggioranza capace di garantire, sempre secondo i soloni occupanti gli scranni più alti dei nostri organi costituzionali, la governabilità.

Parola magica, buona per tutte le stagioni ma mai realizzatasi compiutamente sia nel secolo scorso che in questo. Araba fenice sempre evocata ma poi miseramente dissolta sull'altare del compromesso, dei giochi di potere, delle alleanze più strambe e caduche.

Mentre lor signori si azzuffano o fanno melina secondo il più trito tatticismo tipico della politica di casa nostra non si accorgono o, meglio, se ne accorgono ma lo accantonano e fanno finta di niente, che c'è un altro 40% che li dovrebbe far sobbalzare sulla cadrega e che dovrebbe costituire lo scopo quotidiano della loro azione governativa e parlamentare.

Parlo del vergognoso 40% di disoccupazione giovanile su cui pesa un valore presumibilmente altissimo relativo al nostro malandato e negletto Mezzogiorno.

Milioni di ragazzi ai margini della società, molti con brillanti diplomi o lauree ottenuti con impegno e dedizione, costretti ad elemosinare ospitalità e sussidio da genitori e nonni, ad accontentarsi, se va bene, di lavoretti precari e malpagati.

Mi sono trovato per il disbrigo di una pratica presso uno dei tanti centri per l'impiego: una stretta al cuore vedere accalcati davanti ai distributori di numeretti tanti giovani pieni di belle speranze che purtroppo potrebbero rimanere tali perché quelli che si dovrebbero occupare di una loro veloce e degna collocazione nel mondo del lavoro sono in tutt'altre faccende affaccendati.

O, peggio, fanno a gara per far decantare il problema a colpi di provvedimenti tanto pubblicizzati ed enfatizzati (vedi jobs act) quanto inconcludenti e costruiti sul nulla.

E, nel frattempo, non hanno l'onestà intellettuale di ammettere gli errori, anzi si arrogano il diritto di offendere e mortificare quelli che costituiscono la maggiore e migliore risorsa per l'avvenire del Paese.

Li hanno, infatti, chiamati fannulloni, sfigati, bamboccioni, choosy; un ministro del lavoro ha addirittura detto che è un bene togliersi dalle...scatole molti dei giovani che cercano fortuna all'estero.

Intanto la disoccupazione continua a toccare livelli di estremo allarme in un contesto dove un terzo della famiglie italiane ritiene di essere ormai sulle soglie della povertà e mentre impunemente nei palazzi romani e periferici i nostri rappresentanti si baloccano fra Italicum, Consultellum, Mattarellum e chi più ne ha più ne metta.

Ladri, senza pudore, di futuro e...di sogni.

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