AttualitàFabio Mancini, il modello di Giorgio Armani innamorato della Costiera Amalfitana si racconta

Fabio Mancini, il modello di Giorgio Armani innamorato della Costiera Amalfitana si racconta

Inserito da (redazionelda), domenica 12 agosto 2018 12:17:11

di Miriam Bella

È bello.

Questa è la prima, banalissima qualità che si nota di Fabio Mancini, trentuno anni e riesce addirittura a dimostrarne meno, uno dei modelli italiani di maggior successo internazionale.

Fabio, che da quando di anni ne ha ventidue, ha legato la propria immagine a Giorgio Armani, diventando l'icona di quello che l'Italia vanta fra i suoi più celebri stilisti al mondo ed entrando così nell'Olimpo dei modelli destinati a lasciare il segno.

Ciò detto, non viene difficile comprendere il motivo per cui Fabio non passi certo inosservato per le strade di Maiori, la cittadina Costiera in cui ha scelto di trascorrere qualche giorno di relax, dove concede a chiunque glielo chieda una foto e un sorriso.

Devo confessarlo: fa strano vederlo sorridere, abituati al suo volto d'ordinanza su social, poster e gigantografie, sempre e comunque accigliato.

Quel sorriso, invece, sorprende e al contempo trasporta di colpo Fabio giù da qualsivoglia passerella o piedistallo, facendocelo vedere per quello che è: un ragazzo normale, notevole senza dubbio, scultoreo, affascinante, ma normale.

Ed è una persona normale quella che si presenta all'appuntamento con le mie domande, con la voglia di raccontarsi e raccontare il suo mondo, senza però cadere nella trappola di chi si prende troppo sul serio.

Un uomo che non ha paura di uscire dal ruolo pubblico del tipo irraggiungibile e stereotipato che non deve chiedere mai, per entrare nei panni di quello della porta accanto - si, okay, avete ragione, paragonare Fabio al prototipo del vicino di casa forse è un tantino esagerato, ma è per rendere l'idea -, un individuo ricco della propria unicità e di una spiccata autoironia, prerogativa degli intelligenti. Un essere umano con la testa a un metro e ottantotto centimetri dal suolo e i piedi ben saldi per terra.

Fabio, il registratore è acceso, rompiamo il ghiaccio. Non è la prima volta che ti si vede a Maiori. Qual è l'angolo di Costa che preferisci?

La Costiera Amalfitana è splendida, ma se dovessi scegliere un luogo fra tutti, direi senza dubbio lo scorcio con la Torre Normanna di Maiori. Oltre ad essere un angolo bellissimo, mi affascina la storia che c'è dietro.

Per entrare ancora più in confidenza, ti va di svelarci un altro tuo posto del cuore?

I posti a cui sono particolarmente legato, in realtà sono due. Uno si trova in Campania ed è Acerno, in provincia di Salerno, nei Monti Picentini: lì ci sono i ricordi più cari della mia infanzia. L'altro è Castellaneta, in Puglia, città natale del celebre attore hollywoodiano Rodolfo Valentino e di mio padre.

Volendo collegarci al tuo mondo, quello della Moda, quanto credi che la bellezza di un territorio, appunto, possa influenzarla?

Tantissimo. Giorgio Armani con Pantelleria, D&G con la Sicilia e le sue tradizioni, Vivienne Westwood con Londra, solo per citare i primi che mi vengono in mente, ciascuno ha un luogo a cui è legato dall'infanzia, ciascuno ha un humus in cui cresce, che lo contamina. Restando su noi italiani, Gianni Versace è stato influenzato dalle sue origini calabresi.

Fai questo lavoro da dieci anni: come credi si sia evoluto il mondo della moda e in che direzione credi stia andando?

In realtà la moda è ciclica. Una collezione nuova esplode in un dato momento, viene dimenticata per un periodo anche lungo, anche quattro, cinque anni, per poi tornare in gioco in quelli successivi, attraverso la ripresa di piccoli dettagli. È come il ciclo della vita.

Volendo approfondire un po', ci sono brand come Armani che ha scelto di mantenere nel tempo uno stile pressoché invariato, andando a modificare di volta in volta solo dei particolari, e altri come D&G o Vivienne Westwood, famosi per proporre qualcosa di nuovo ogni anno. Dipende prevalentemente dalle linee guida del designer.

 

Da diciotto stagioni sei sulle passerelle di Giorgio Armani. Quando parli di lui si percepiscono un rispetto e una gratitudine che si fa fatica a trovare nella società moderna, in cui si tende a dare tutto per scontato. Ti va di parlarci del rapporto con lui?

Premetto una cosa: se vedessi un ragazzo lavorare da dieci anni con Armani, sarei il primo a chiedermi cosa ha fatto per arrivare fino a lì.

Ecco, lui da quando mi ha scoperto, quasi per caso, mi ha sempre rispettato. Ci legano stima reciproca e professionalità; se lui mi chiama a lavorare alle nove, io sono lì con almeno quindici minuti di anticipo.

Essere italiano, probabilmente anche questo mi ha aiutato. Forse ha trovato in me qualcosa che stava cercando. Lui è del segno del cancro (Fabio ha una passione per i segni zodiacali), come tale tende ad affezionarsi molto e, quando scopre qualcosa di positivo in qualcuno, diventa una sorta di padre. Tant'è che per molto tempo ho lavorato solo con lui, nonostante le tante richieste da parte di altri, e non perché fossi obbligato, ma per un discorso di lealtà. Per me sarebbe stato come girargli le spalle dopo tutto ciò che aveva fatto per me. Questo che sto dicendo a te lo racconto sempre, sai, perché è giusto che si sappia che persona è il signor Armani.

Hai cominciato questo lavoro quasi per caso, ma c'è qualche consiglio che ti senti di dare a coloro che sognano la tua carriera?

Non scendere mai a compromessi: questo è fondamentale. Perché il mondo è piccolo, le cose si vengono a sapere e i compromessi ti tagliano le gambe. Magari, in un primo momento riesci anche ad ottenere quello che desideri, ma è bene chiarire che si tratta solo di un successo apparente.

La cosa più difficile non è arrivare, ma rimanere.

Un altro aspetto importante per me è restare coi piedi per terra, anche e soprattutto nel momento in cui riesci a rivestire posizioni di rilievo.

La bellezza non è tutto nella vita, è la parte umana che fa la differenza. Umanità, carisma, queste sono le cose che rimangono alle persone. Purtroppo, però, viviamo in una società superficiale e siamo tutti attratti dalla bellezza. Fin qui niente di male, in fondo è molto semplice vedere quello che appare, ma è triste pensare che la gente non ha più voglia di conoscere la storia di un individuo, il suo vissuto.

In qualche modo ci si accontenta delle fronde, dimenticando l'importanza delle radici. Forse è per questo che io amo il Sud, dove sento le mie (radici n.d.r.). Perché facendo un lavoro dove spesso i rapporti che instauri sono superficiali, ho il bisogno di relazioni che siano autentiche, di quel calore che è tipico di questa parte dell'Italia.

 

Mestiere invidiatissimo il tuo ma, si sa, non è tutto oro quel che luccica. Quali e quanti sacrifici costa il tuo lavoro? C'è un'altra faccia della medaglia, un motivo per cui sconsiglieresti a un ragazzo di intraprendere la tua carriera?

La cosa più importante da considerare è che questo lavoro ti impone un ritmo che non ti permette di vivere normalmente le cose, come il rapporto con la persona che ami, perché devi avere sempre la valigia pronta. Una situazione tipo: io adesso sono in vacanza qui, mi arriva una chiamata da New York che non posso rifiutare, prendo, saluto tutti e vado. Avere accanto una persona disposta a capire tutto ciò è difficile.

Insomma, fai fatica ad avere una vita equilibrata, soprattutto quando sei agli inizi. Un giorno stai a mille e il giorno dopo zero. Dal punto di vista psicologico è complesso da gestire. Per farlo ho imparato a trovare dentro di me l'equilibrio necessario, diversamente mi avrebbe distrutto.

E non stiamo considerando l'aspetto economico. Un ragazzo esordiente deve corrispondere la metà di ciò che guadagna per un servizio fotografico all'agenzia che gliel'ha procurato, poi, man mano che si afferma ovviamente questa percentuale diminuisce. Ma affermarsi non è semplice.

Tu fai la prima, la seconda sfilata e ti senti un dio, poi vai a farti i conti in tasca e ti accorgi che non ci paghi le bollette. Oltre all'equilibrio mentale, è chiaro, serve anche quello fisico, che è un argomento più articolato di quel che sembra. Molti credono che serva essere allenati, grossi, tipo i tronisti per intenderci, che non fanno nulla di male, per carità, ma non hanno il fisico adatto a sfilare.

I tronisti, hai detto: che rapporto ha Fabio Mancini con la televisione?

Adoro Geo&Geo, lo considero un vero e proprio contenitore di cultura, starei ore a guardarlo. E Superquark, Superquark mi fa impazzire!

Per il resto, mi sento molto distante dal modo in cui, in generale, è impostata la televisione italiana oggi. Perciò, fra le tantissime proposte ricevute in questi dieci anni, ho concesso soltanto due interviste (in Rai), a patto che non si parlasse di gossip.

C'è stata in questi anni un'avance che ti ha particolarmente infastidito? Di contro, invece, il complimento più bello che hai ricevuto?

Il complimento più bello l'ho ricevuto da mio nonno, quando sono stato a trovarlo pochi giorni fa.

Sai, mio nonno, è lui che mi ha sempre detto di non fermarmi alle apparenze. Lui che mi ha insegnato ad amare le donne, ad apprezzarne la bellezza andando al di là della superficie, e me lo ha insegnato raccontandomi il modo in cui lui ha amato mia nonna.

Il fatto che io ami le donne così tanto credo venga proprio da lui. E il complimento, sì, il complimento, è che mi ha detto che sono diventato un uomo: per me questo, detto da mio nonno, è quanto di più gratificante io possa ascoltare.

Passando invece alle avance o alle molestie, ti dirò, non credo di averne mai ricevute.

Certo, bisogna essere onesti, il mio ambiente di lavoro non è esente da rischi. La possibilità di essere invitati a cena con secondi fini c'è, ma io ho la fortuna di avere un manager, Max Festari, con cui ho un rapporto quasi filiale e un dialogo costante. Lui è nel mondo della Moda da trent'anni ed è in grado di evitarmi a priori situazioni incresciose.

Fabio, per concludere, mi piacerebbe che tu ci raccontassi di te, al di là del tuo lavoro e del bell'imbronciato che vediamo sui poster. Chi sei veramente? Che cosa per te è essenziale?

Per me è essenziale la consapevolezza di essere tutti sullo stesso piano. Un grande fotografo, una giornalista importante, un bambino, un anziano, un senzatetto, io non mi sono mai sentito superiore a nessuno.

C'è chi lavora trenta giorni al mese per meno di ottocento euro, beh, è capitato anche a me, per questo ne ho un rispetto estremo e non mi sento migliore di lui. Non mi sento migliore di nessuno. Anzi, io sono uno che è pieno, pieno di difetti, anche fisici.

 

Non so voi, ma per il momento io faccio fatica crederci, riservandomi però di approfondire l'argomento in una prossima intervista.

Il registratore è spento e stiamo per andare, quando Fabio ci tiene a dirmi un'ultima cosa, regalandomi una notizia in anteprima assoluta.

Il 29 di questo mese sarà sul Red Carpet per la Mostra del Cinema di Venezia, in un abito confezionato esclusivamente per lui da Giorgio Armani, che a questo punto tutti aspettiamo di vedere.

Peccato solo non aver registrato l'emozione della sua voce mentre me lo diceva.

È bello, Fabio, più dentro che fuori.

Credit picture: Anna Socci

 

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