AttualitàCassazione: l'offesa su WhatsApp in una chat di gruppo è diffamazione
Inserito da (redazionelda), venerdì 22 febbraio 2019 20:39:53
La Corte è intervenuta su un ricorso dei genitori di un tredicenne, prosciolto dal gup di Bari perché "non imputabile" in quanto di età inferiore ai 14 anni al momento del fatto, per alcuni messaggi inviati nella chat della scuola. Il ragazzino, parlando in difesa di una compagna, aveva scritto un messaggio carico di epiteti volgari, in cui accusava la persona offesa, una coetanea, di essere la responsabile dell'allontanamento dell'amica dalla scuola.
Nonostante il proscioglimento, i genitori chiedevano di avere ragione nel merito: la difesa del ragazzo, infatti, sosteneva che il fatto non avesse alcun rilievo penale, affermando che in casi simili si potesse semmai parlare di ingiuria - reato oggi depenalizzato e trasformato in illecito civile - visto che la destinataria dei messaggi offensivi partecipava alla stessa chat. La Cassazione si è quindi espressa richiamando anche precedenti pronunce su posta elettronica e mailing list: "L'eventualità che tra i fruitori del messaggio vi sia anche la persona nei cui confronti vengono formulate le espressioni offensive", spiegano i giudici, "non può indurre a ritenere che, in realtà venga, in tale maniera, integrato l'illecito di ingiuria, piuttosto che il delitto di diffamazione", evidenzia la Corte. Da qui la decisione di confermare la sentenza del gup.