AttualitàBiodiversità a rischio, ecco progetto 'Life' per combattere specie invasive Costiera amalfitana
Inserito da (redazionelda), sabato 9 luglio 2016 15:21:05
E' grazie al gruppo di lavoro formato da esperti del Centro Interdipartimentale di Ricerca in Urbanistica "Alberto Calza Bini" dell'Università Federico II di Napoli, del CNR, del Dipartimento di Agraria e Biologia della Federico II, del Corpo Forestale dello Stato, e da associazioni come Acarbio presenti sul territorio, che la rete prende forma coinvolgendo i singoli Comuni e realtà come il Centro di Cultura e Storia amalfitana, il Comitato Promotore dei Distretti rurali, il coordinamento delle associazioni. "Questa insidia vegetale mette a rischio il nostro paesaggio - ha dichiarato Luigi Mansi presidente della Comunità Montana Monti Lattari - quest'oggi siamo qui per creare un partenariato forte con un progetto capace di risolvere questo problema". Stefania Oppido del CNR-Iriss ha sottolineato come sia fondamentale avere "un equilibrio biologico" e come "la perdita della sapienza dei contadini" che riconoscono le singole piante "sia un bene che si sta perdendo". Loro sono i veri custodi del territorio.
Progetti come la "candidatura Mab Unesco" ha rimarcato Vincenzo Sannino presidente di Acarbio "possono dare un valore aggiunto e determinante a tutto un processo virtuoso che sia in grado di coinvolgere le comunità locali, spirito che anima la presentazione del progetto Life".
Ed è Luigi Fusco Girard, direttore del Centro Interdipartimentale "Alberto Calza Bini", a porre l'accento su temi come la "capacità attrattiva che dona la bellezza di un paesaggio che si vede, si sente, si assapora, e di come si possa trasformare la bellezza in economia". Ma quali sono le azioni utili da mettere in campo? A spiegarlo alla platea (dove erano anche presenti i sindaci di Tramonti, Maiori, Minori, Atrani e Praiano), ci ha pensato il botanico Adriano Stinca che con l'ausilio di foto ha mostrato come l'Ailanthus Altissima sia tra le specie più dannose e diffuse sul territorio così come la Robinia pseudoacacia; e il ricercatore universitario in paleobiologia Antonello Bartiromo, che portando un esemplare di Ailanthus raccolto proprio in loco, ha dimostrato come siamo in presenza di una vera e propria emergenza ambientale e che "bisogna contrastare rapidamente questa colonizzazione incontrollata" che finisce per distruggere anche le strutture murarie in pietra a secco danneggiate dagli apparati radicali. Orfeo Lucio Antonio Picariello del Dipartimento di Biologia, profondo conoscitore del Sistema Natura 2000 in Campania ha spiegato come i progetti Life siano fondamentali per il "recupero e il restauro di un territorio" e Marco Panella, funzionario dell'Ufficio per la Biodiversità del Corpo Forestale dello Stato, ha evidenziato esperienze e "best practices" nell'eradicazione di Ailanthus altissima con l'esempio concreto fatto sull'isola di Montecristo. Gli obiettivi generali del progetto che si chiamerà "Life Eester", i risultati attesi e la creazione del partenariato locale, aprendo il più possibile al territorio, è stato spiegato da Antonia Gravagnuolo e Fortuna De Rosa del Centro Interdipartimentale di Ricerca in Urbanistica "Alberto Calza Bini".
In tutto ciò il ruolo della Regione Campania sarà fondamentale. E la presenza di Fulvio Bonavitacola, vice presidente regione Campania con delega all'ambiente e all'urbanistica, che ha seguito con grande interesse i vari interventi, ha sottolineato l'interesse verso il tema e il progetto da presentare: "Si tratta di un'iniziativa che mobilita tutti: dal mondo ambientalista a quello della ricerca, dagli enti locali agli agricoltori - ha sottolineato in chiusura Bonavitacola - ed è fondamentale mettere in contatto i vari elementi della società. Tutto ciò valorizza il mondo della ricerca dell'Università della Campania, dimostrando di essere in grado di fare rete sul territorio".